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Il ritorno di Rosanna

REGGIO CALABRIA Rosanna Squillacioti si è reinsediata ai vertici dell`Asp di Reggio. Il direttore generale adesso è definitivamente lei. La battaglia senza esclusioni di colpi che tiene banco da più…

Pubblicato il: 13/12/2012 – 13:55
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Il ritorno di Rosanna

REGGIO CALABRIA Rosanna Squillacioti si è reinsediata ai vertici dell`Asp di Reggio. Il direttore generale adesso è definitivamente lei. La battaglia senza esclusioni di colpi che tiene banco da più di due anni in riva allo Stretto si conclude con una sola vincitrice: la grand commis prediletta del governatore Scopelliti. Alla fine Renato Carullo, l`uomo che fino a ieri era stato il dg dell`Asp, si è dovuto arrendere di fronte alla decisione della sezione Lavoro del Tribunale di Reggio Calabria che (con ordinanza n.19722/2012) ha accolto il reclamo proposto dalla Regione e annullato il suo reintegro nelle funzioni di direttore generale. Lo spoils system ai vertici della sanità reggina, inseguito da lungo tempo contro i manager nominati dalla ex giunta regionale Loiero, ha trovato il suo epilogo. La stanza al quinto piano di Palazzo Tibi adesso è della Squillacioti, che riguadagna la poltrona dopo una lunga contesa legale fatta di ricorsi e controricorsi, reclami, delibere sospette e veleni.

LE CONTROVERSIE LEGALI La disfida Carullo-Squillacioti è stata contrassegnata da una lotta impari tra schieramenti opposti: da una parte il “solitario” Carullo, deciso a difendere con le unghie un incarico che riteneva legittimamente suo; dall`altra l`armata del centrodestra scopellitiano, che aveva nella Squillacioti la sua “testa di ponte” per il controllo dell`Asp reggina.
La storia è lunga e articolata. In seguito alla nomina della manager, avvenuta nel 2010, l’ex direttore generale Carullo impugna immediatamente la delibera regionale. Il Tribunale gli dà ragione e dispone il reintegro del dg. Ma – ed è a questo punto che la battaglia entra nel vivo – la Regione si rifiuta di ottemperare alle nuove disposizioni giudiziarie, sostenendo che nel frattempo si era insediato il commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro sanitario – il governatore Scopelliti – e che quindi l`eventuale riassunzione di Carullo sarebbe stata una sua prerogativa esclusiva.
E così Carullo intraprende una nuova causa legale proprio contro le risoluzioni del commissario regionale. I giudici gli danno ragione un`altra volta, e Scopelliti è costretto a firmare il reintegro il 29 dicembre 2011. Ma il suo è un inchiostro avvelenato. Solo sette giorni prima, infatti, il consiglio regionale approva la legge regionale 47 del 2011, nella quale trova spazio anche l`articolo 40 che, di fatto, disponeva l’accorpamento posticipato dell’Asp di Reggio e dell’Azienda sanitaria di Locri.
Una norma che in pratica spostava in avanti nel tempo la rimodulazione delle Aziende sanitarie locali prevista dall`articolo 7 della legge regionale dell`11 maggio 2007. Detto in soldoni, l`accorpamento dell`Asp di Reggio con l`Asl di Locri era già stata stabilita dalla maggioranza guidata dal governatore Loiero. E, di conseguenza, Carullo era il legittimo direttore generale dell`Asp di Reggio. L`articolo 40, invece, stravolge tutto. Carullo decade nuovamente, lasciando spazio alla scalpitante Squillacioti.
Ma la disfida prevedeva altri atti, a colpi di carte bollate e ricorsi. Carullo interpella il Tribunale che, una volta di più, accoglie le sue richieste.
Via Squillacioti, dentro Carullo, più volte defenestrato ma mai domo. Stavolta, però, a Palazzo Tibi ci rimane davvero poco.

IL DG LASCIA Lo scorso 4 dicembre la svolta: il Tribunale di Reggio accoglie il reclamo proposto dalla Regione contro l`ordinanza che disponeva il reintegro di Carullo come dg dell`Asp. I giudici stabiliscono l`incompatibilità della sua funzione, che discende proprio dal famigerato articolo 40 della legge regionale 47/2011, che sancisce la conclusione dell`accorpamento dell`Asl di Locri con l`Azienda provinciale reggina. E – secondo il Tribunale – la norma implica il conferimento di un nuovo incarico dirigenziale. Che, in ultima istanza, è stato affidato alla Squillacioti.
In definitiva, viene quindi affermata la legittimità del comportamento della Regione nella designazione del nuovo direttore generale dell`Asp 5. Che – è appena il caso di ricordarlo – si basa su un articolo più volte contestato da organi autorevoli che si sono occupati – e tutt`ora si occupano – della sanità calabrese.
A cominciare dagli stessi ministeri di Salute ed Economia, che in un parere datato 6 marzo 2012 (il 61-P/2012) sottolineava la «contraddittorietà e criticità» della legge che contiene l`articolo 40, chiedendo al commissario ad acta Scopelliti di sottoporla nuovamente al consiglio regionale affinché si procedesse al suo ritiro, «essendo in contrasto con il Piano di rientro e con l`attuale situazione di fatto».
Non basta, perché – oltre alla considerazione che l`accorpamento dell`Asl di Locri «è già stato di fatto attuato nel 2010 sulla base della normativa vigente» – il direttore generale della programmazione sanitaria Francesco Bevere sottolineava come «la disposizione prevista all`articolo 40 comporta una situazione di disordine amministrativo e destabilizza il sistema, facendo venire meno la certezza giuridica degli atti aziendali adottati dagli organi dell`Asp di Reggio Calabria, compromettendo altresì l`intero quadro programmatorio sia in termini economico-patrimoniali che organizzativi».

LA POSIZIONE DEL TAVOLO MASSICCI Come se non bastasse, il verbale del Tavolo Massicci dello scorso 7 novembre è ritornato sulla questione, ribadendo «il contenuto del parere ministeriale 61-P/2012», con il quale «si dichiarava la contrarietà al Piano di rientro della legge regionale 47/2011, nella parte in cui veniva posticipato l`accorpamento delle Asp di Reggio Calabria e Locri».

SCOPELLITI TIRA DRITTO Ma Scopelliti, malgrado diversi pareri evidenziassero l`incompatibilità dell`articolo 40 con il Piano di rientro sanitario, ha comunque deciso di mantenerlo in vita, aprendo di fatto la strada al nuovo reinserimento di Rosanna Squillacioti ai vertici dell`Asp.
Lo spoils system è compiuto. Renato Carullo già ieri ha abbandonato i suoi uffici a Palazzo Tibi. Chi ha avuto modo di parlarci, lo ha trovato comunque sereno e rispettoso nei confronti di una sentenza del Tribunale che lo vede nella parte del soccombente. C`è solo un rammarico, nell`ex dg: quello di essere stato “liquidato” da una legge che – sarebbe stato questo il suo commento – «può ben essere definita contra personam».

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