«Firmare gli atti vuol dire attestare che sono veri»
REGGIO CALABRIA «Il nostro lavoro è stato rallentato dalla mancanza di documentazione, ma non è stato inficiato da questo. Il disordine può aver rallentato ma non intaccato la qualità del nostro lavo…

REGGIO CALABRIA «Il nostro lavoro è stato rallentato dalla mancanza di documentazione, ma non è stato inficiato da questo. Il disordine può aver rallentato ma non intaccato la qualità del nostro lavoro». Non hanno lasciato margini ai tentativi delle difese di mettere in discussione la granitica relazione che hanno consegnato alla Procura dopo l`ispezione che ha messo in luce la giungla amministrativa e finanziaria del Comune di Reggio Calabria, i tre periti Vito Tatò, Roberto Rizzi e Giovanni Logoteto, controesaminati oggi dai legali degli imputati del cosiddetto processo Fallara, dal nome della dirigente del settore Bilancio del Comune di Reggio Calabria morta suicida oltre un anno e mezzo fa, lasciando dietro di sé una voragine nei conti comunali dai contorni ancora non definiti.
Una voragine frutto di artifici contabili nascosti in un voluto caos contabile e amministrativo di cui oggi l`ex sindaco e attuale governatore, Giuseppe Scopelliti e i tre revisori dei conti del Comune dell`epoca, sono chiamati a rispondere. Per l`accusa, rappresentata dal pm Sara Ombra, sono tutti responsabili di falso in atto pubblico, con in aggiunta per Scopelliti di un`imputazione per abuso d`ufficio. Tutte accuse che i rispettivi legali hanno tentato di smontare trincerandosi dietro il caos e il disordine che regnavano sovrani negli uffici del Comune di Reggio. Un disastro che ha divorato faldoni e fatto sparire mandati e determine, ma non ha impedito ai periti di ricostruire a ritroso il percorso di atti e relativi fiumi di danari defluiti dalle casse comunali.
«Quando noi abbiamo riferito la mancanza di un determinato atto, era generalmente per segnalare un abuso», hanno detto i tre ispettori. È il caso, ad esempio dei mandati di pagamento in favore dell`architetto Franco Labate, imputato in uno stralcio del medesimo procedimento, per aver beneficiato di più che generose elargizioni da parte del Comune di Reggio Calabria per lavori in alcuni casi mai neanche realizzati. Somme ricevute grazie all`intercessione di Orsola Fallara, dirigente del settore Bilancio, cui era legato da una relazione sentimentale.
In altri casi, hanno riferito i tre ispettori, sono stati controlli incrociati con altri dirigenti di settore, come quello dei Lavori pubblici, o calcoli e controlli propri, come quelli sui residui, che hanno permesso di accertare le irregolarità sistematiche che per anni hanno permesso al Comune di Reggio di presentare un bilancio formalmente in avanzo, nonostante casse drammaticamente vuote. Tutte irregolarità che – secondo l`accusa – i revisori dei conti avrebbero dovuto ravvisare in qualità di soggetti chiamati a «controllare che tutto sia svolto in maniera regolare tanto in sede di bilancio previsionale che di consuntivo».
Per le difese, il caos, il disordine, la mancanza stessa di alcuni documenti avrebbero reso impossibile accorgersi delle irregolarità. Una tesi che sembra non convincere né il pm che ha coordinato le indagini, né i tre ispettori chiamati a controllare quegli stessi conti che i tre revisori avevano certificato come regolari.
Sulla stessa linea si è mossa la difesa dell`ex sindaco e attuale governatore, Giuseppe Scopelliti, rappresentata dall`avvocato Aldo Labate, che in buona parte era stata anticipata dall`interrogatorio cui l`ex primo cittadino di Reggio Calabria era stato sottoposto in fase di indagine. In quell`occasione, l`ex primo cittadino aveva sostenuto: «In qualità di sindaco ho firmato tantissimi atti e preciso che gli stessi mi venivano sottoposti in notevole quantità all’interno di faldoni sicché li sottoscrivevo senza leggerne il contenuto confidando, ovviamente, nella professionalità e responsabilità dei funzionari competenti». Ed è probabilmente in questo senso che le difese, controesaminando i tre ispettori, hanno chiesto loro chi avesse la responsabilità di predisporre i documenti contabili. Ma per i tre periti, nonostante siano documenti imputabili alla dirigente del Servizio finanziario, controfirmati dal segretario comunale, non si tratta di atti vincolanti. Dunque chi come il sindaco in seguito è chiamato a firmarli «attesta che è un atto rispondente al vero». Medesima questione per i pareri di regolarità contabile, hanno specificato gli ispettori, sottolineando che sindaco e giunta possono redigere provvedimenti non conformi, motivando adeguatamente il perché, o per il bilancio, che è responsabilità dell`organo amministrativo redigere.
Starà al Tribunale, al termine dell`istruttoria, giudicare se e in che misura l`ex sindaco Giuseppe Scopelliti, e i tre revisori dei conti fossero a conoscenza di quanto succedesse a Palazzo San Giorgio. Ma prima, sul banco dei testimoni, saranno in molti a dover sfilare, raccontando quanto a loro conoscenza riguardo a quella stagione. A partire da chi, dai banchi dell`opposizione in consiglio comunale, già all`epoca denunciava le stranezze di un bilancio formalmente in attivo, in presenza di casse drammaticamente vuote. Tutte circostanze che Naccari e Romeo saranno chiamati a raccontare già alla prossima udienza.