Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 11:18
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

“Piccolo carro”, guerra di perizie

REGGIO CALABRIA Continua la guerra di perizie al processo “Piccolo carro”, il procedimento che vede alla sbarra anche l`ex antenna dei Servizi, Giovanni Zumbo, pizzicato in compagnia di piccoli e gra…

Pubblicato il: 20/12/2012 – 15:59
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
“Piccolo carro”, guerra di perizie

REGGIO CALABRIA Continua la guerra di perizie al processo “Piccolo carro”, il procedimento che vede alla sbarra anche l`ex antenna dei Servizi, Giovanni Zumbo, pizzicato in compagnia di piccoli e grandi boss. Insieme a lui, imputato nel medesimo procedimento, l`imprenditore Domenico Demetrio Praticò, arrestato nel settembre 2010, con accuse pesantissime. Secondo gli inquirenti, avrebbe infatti partecipato attivamente alla costruzione della messa in scena che avrebbe portato al ritrovamento di una Fiat Marea, carica di armi ed esplosivo, nel giorno della visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a Reggio. Uno stratagemma, secondo i magistrati, necessario al boss Giovanni Ficara per mettere nei guai il cugino Pino – diretto concorrente all`interno del clan – ma che sarebbe servito anche alla “talpa” Giovanni Zumbo per accreditarsi quale fonte affidabile presso Procura e magistrati e rinsaldare i rapporti con gli investigatori con i quali l`ex gola profonda dei Servizi era in rapporti.
Tra le prove a carico di Praticò, c`è – fra le altre – una consulenza del Ros che esclude la sua presenza a piazza Garibaldi, dove l`imputato sosteneva di essere, e lo colloca insieme al meccanico Francesco Nocera – già condannato in un procedimento separato per aver fornito l`auto che sarebbe stata trasformata in un falso arsenale – nella zona coperta dalla cella di Pellaro.  
Conclusioni che le difese hanno tentato di smontare con una contro-perizia, illustrata al Tribunale e all`aula nel corso della scorsa udienza dal consulente Daniele Schinardi.
Un`udienza a dir poco infelice, durante la quale il tecnico si è spinto fino ad accusare il Ros di aver alterato i dati, sottolineando che «esistono pagine e pagine di discrepanze» fra i tabulati allegati alle relazioni del Ros di Roma e di Reggio e le conclusioni del suo lavoro.
Accuse controverse che hanno lasciato di sasso il Tribunale e che sono state smontate dal controesame del pm Musarò, tanto da spingere la presidente Olga Tarsia a suggerire alle difese di «rinunciare alla produzione documentale della perizia, considerando l`esame di indubbia criticità del consulente». Invito non raccolto dai legali di Praticò che hanno chiesto l`acquisizione della perizia redatta dal consulente, contro la quale il pm Giovanni Musarò ha chiamato oggi a testimoniare il maresciallo Nucera. Il militare, cui nei mesi scorsi è stata affidata la valutazione della perizia prodotta dalle difese, non solo ha smentito che ci fossero alterazioni nell`informativa dei Ros, ma ha evidenziato gli errori commessi dallo stesso Schinardi, accusato non solo di aver sbagliato a contabilizzare la durata delle telefonate, ma di aver anche confuso sms con chiamate e aver creato un clima di sospetto attorno a una serie di chiamate a suo dire non registrate, ma che in realtà non sono altro che “squilli” che le compagnie telefoniche fino a qualche anno fa non erano obbligate a segnalare. «Schinardi arriva a conclusioni in alcuni casi assurde. Non sono i nostri accertamenti a essere artefatti ma è la sua consulenza ad esserlo», ha detto il maresciallo Nucera, mettendo una pietra tombale sulla perizia del consulente.
Contro le sue conclusioni, le difese avrebbero voluto produrre un ulteriore parere con le osservazioni del maresciallo Carmelo Longo sull`eventuale incidenza di alcuni errori di trascrizione nell`informativa del Ros (non è stata riportata una telefonata) sull`esito degli accertamenti. Ma soprattutto le difese hanno insistito sulla necessità di ulteriori accertamenti su una supposta seconda utenza di Nocera, che pur risultando a lui intestata non gli è stata trovata addosso al momento dell`arresto, né durante le successive perquisizioni. Istanze non accolte dal Tribunale, che considera già praticamente conclusa la fase istruttoria, ma sulle quali gli avvocati di Praticò promettono battaglia.

Argomenti
Categorie collegate

x

x