Scontro in aula fra Pdl e Udc

Durissimo scontro in consiglio regionale tra il consigliere Nazzareno Salerno e il presidente dell`assemblea Franco Talarico. Alla base della querelle, la decisione di Talarico – in accordo con quanto stabilito in precedenza in conferenza dei capigruppo – di ritirare l’emendamento all’articolo 34 (“Utilizzazioni delle risorse derivanti dai risparmi nella sanità”) presentato dallo stesso Salerno, in relazione al Collegato alla manovra finanziaria 2013. Decisione che ha fatto andare su tutte le furie il consigliere Pdl, che ha letteralmente “bloccato” la seduta nel tentativo di far approvare la sua proposta. L’emendamento in questione prevede la nomina di un commissario nelle Aziende sanitarie e ospedaliere della Regione «quando per ragioni diverse si determina una vacatio gestionale a seguito del venir meno della figura del direttore generale. L’individuazione del commissario è finalizzata a evitare soluzioni di continuità gestionale, nelle more della nomina del nuovo manager aziendale, consentendo di attribuire a tale figura pieni poteri gestionali, non altrimenti agibili in via ordinaria». Questo il pomo della discordia, con Talarico fermamente intenzionato a dare seguito alle disposizioni dei capigruppo e Salerno altrettanto determinato nel voler sottoporre al voto dell’aula il provvedimento. «Lei sta violando il regolamento – ha urlato il consigliere vibonese all’indirizzo di Talarico –, le scelte dei capigruppo non possono prevalere sulle determinazioni dell’aula». «Sono stato abituato così: che i consiglieri si attengono a quanto stabilito dai capigruppo. C’è stato un accordo, se Salerno non vuole seguire queste indicazioni, è un problema che attiene al Pdl e al suo gruppo», ha subito replicato il presidente del Consiglio. Finita? Neanche per sogno, perché Salerno ribatte prontamente: «Ho grande rispetto per il mio partito e il mio gruppo, ma gli emendamenti sono concordati con una linea di governo regionale. La riunione è stata “flash” e questo emendamento merita una riflessione. Non ho sentito il mio capogruppo dire sì o no. La mia richiesta non comporta una mancanza di rispetto verso il mio partito, ma va nella direzione di esercitare un diritto che i cittadini hanno dato a un consigliere regionale». Volano parole grosse, insomma, alle quali provano a porre un argine i capigruppo Pdl e Udc, Chiappetta e Dattolo. È stato proprio quest’ultimo, però, a gettare ulteriore benzina sul fuoco, quando ha sottolineato l`“anomalia” dell’emendamento Salerno, «proposto come ritorno di un progetto di legge ormai accantonato». Poi il colpo finale: «L’Udc non si presta a liquidare la questione con sotterfugi di questo tipo». La seduta viene, inevitabilmente, sospesa, in attesa di una soluzione per risolvere un’impasse che evidenzia una netta frattura tra gli alleati di maggioranza Pdl e Udc.
Al termine di lunghe discussioni, l`Aula ha deciso di trattare “l`emendamento Salerno” durante il prossimo consiglio regionale, attraverso una proposta di legge dedicata esclusivamente all`argomento. Ma nella guerra “fratricida” tra Pdl e Udc, inaspettatamente, si è inserito anche Pasquale Tripodi (Misto) che – dopo aver denunciato un modo di procedere «che non ho mai visto in dodici anni di Consiglio» – ha chiesto di “fare suo” l`emendamento inizialmente presentato da Salerno. Richiesta inusuale e dal chiaro spirito polemico che, ancora una volta, non ha trovato d`accordo il presidente Talarico che ha infine deciso di procedere come stabilito al termine dell`acceso scontro Pdl-Udc. La proposta di Salerno sarà discussa durante il prossimo Consiglio.