«Al maresciallo gliela metto sotto la macchina, la bomba»
COSENZA «Preparami queste cose… che glielo devo andare a mettere al maresciallo dei carabinieri a Trebisacce, in questi giorni di festa, sotto la macchina proprio, vicino la caserma. Gliela devo fa…

COSENZA «Preparami queste cose… che glielo devo andare a mettere al maresciallo dei carabinieri a Trebisacce, in questi giorni di festa, sotto la macchina proprio, vicino la caserma. Gliela devo fare una a lui e un`altra al sindaco». A dirlo, in un colloquio intercettato dai carabinieri, è Giuseppe Lo Fiego, di 57 anni, una delle sei persone fermate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, mentre parla in auto con Federico Salmena (56), anche lui destinatario dello stesso provvedimento. Secondo l`accusa, i fermati progettavano un attentato alla caserma dei carabinieri di Trebisacce. Sono finiti in manette anche Mimmo Armentano, di 36 anni, Francesco De Leo (57), Francesco Ugolini (36), e Antonio Farina (43). La conversazione risale ad appena due giorni fa ed è quella che ha spinto i magistrati della Dda di Catanzaro ad accelerare i tempi e ad emettere un provvedimento di fermo nei confronti di quelli che vengono indicati i componenti di una cosca emergente operante nell`alto Ionio cosentino dediti ad estorsioni con modalità particolarmente violente, visto l`utilizzo di bombe e molotov quali strumenti di intimidazione. La Dda di Catanzaro ha disposto i fermi per associazione mafiosa, estorsione, rapina, detenzione di esplosivo e danneggiamento.
Pochi minuti prima, nello stesso colloquio, lo stesso Lo Fiego si lamenta dell`aumento dei controlli da parte dei carabinieri e dei tentativi di far collaborare commercianti e imprenditori vittime delle estorsioni cominciate ad inizio dicembre: «Hai capito? A Trebisacce stanno girando tutti i carabinieri… bar… cose… in borghese e tutto a chiedere so sono andati a cercare soldi… se qualcuno deve pagare… `che noi lasciamo una persona fissa` ha detto… come arrivano voi non dovete pagare».
Secondo gli investigatori, l`attentato alla caserma era prossimo ad essere messo in atto. Per questo motivo la Dda catanzarese ha emesso in via d`urgenza i provvedimenti di fermo, eseguiti stamani dai carabinieri nel corso di un`operazione coordinata dal comandante provinciale dell`Arma di Cosenza, Francesco Ferace.
Le indagini erano iniziate all`inizio di dicembre, dopo una serie di attentati a scopo estorsivo registrati nella zona di Trebisacce e Villapiana, nell`alto Ionio Cosentino. Oltre all`attività d`indagine nei confronti dei fermati, i carabinieri hanno anche intensificato il controllo del territorio ed avviato un`opera di convincimento delle vittime a collaborare. Sarebbero state proprio queste attività a “infastidire“ la cosca, che avrebbe così pensato di rispondere con un attentato, probabilmente dimostrativo, contro i carabinieri.
«SPREGIUDICATI E PERICOLOSI» «La Dda di Catanzaro ha inteso dare un forte segnale della presenza delle istituzioni nell`area di Trebisacce con un intervento rapido e deciso che mette fine ad ogni tentativo da parte dei fermati di radicare sul territorio una nuova organizzazione criminale per il controllo del “pizzo” nei confronti degli esercizi commerciali». Lo ha sostenuto il procuratore aggiunto di Catanzaro Giovanni Bombardieri in merito all`operazione di stamani.
«Preoccupavano – ha aggiunto – le intenzioni dei malviventi, emerse dalle conversazioni intercettate, di avviare una permanente attività estorsiva ad ampio raggio e la loro volontà di affermarsi, come gruppo criminale, anche con azioni di forza: preoccupante in particolare è il riferimento nelle conversazioni ad una strategia delle bombe che da anni e anni non si verificava più in quell`area e di cui loro stessi si compiacevano commentando gli attentati e le intimidazioni realizzate e quelle che avevano in animo di porre in essere. Altrettanto preoccupanti sono apparse la spregiudicatezza e la pericolosità di questi uomini che si ripromettevano ulteriori imminenti azioni intimidatorie eclatanti anche nei confronti dei rappresentanti delle istituzioni sul territorio: il sindaco e il maresciallo. Per il primo, evidentemente, in ragione dell`invito rivolto agli imprenditori nei giorni scorsi a denunciare le intimidazioni subite e per il secondo per la reazione delle forze dell`ordine che avevano intensificato la presenza e l`attività di indagine».
«Ciò – ha sostenuto Bombardieri – ha fatto sì che la Dda ponesse in essere un`azione repressiva decisa, articolata ed immediata che rappresenta una forte risposta delle istituzioni anche per quegli imprenditori che hanno deciso di collaborare con le forze dell`ordine e che invitiamo sempre più numerosi a rivolgersi alle stesse per denunciare e segnalare fenomeni di questo tipo».
Il magistrato ha poi ringraziato la Procura di Castrovillari «per la preziosa attività investigativa iniziale e la preziosa collaborazione prestata» ed i carabinieri della Compagnia di Corigliano e del Comando provinciale di Cosenza «per la tempestività della penetrante azione investigativa».