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«La caccia ai latitanti è una priorità»

REGGIO CALABRIA «L`impunità è solo per chi rispetta la legge». Il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, Lorenzo Falferi, ha chiuso con questa frase la conferenza stampa tenuta st…

Pubblicato il: 28/12/2012 – 14:00
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«La caccia ai latitanti è una priorità»

REGGIO CALABRIA «L`impunità è solo per chi rispetta la legge». Il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, Lorenzo Falferi, ha chiuso con questa frase la conferenza stampa tenuta stamattina per tracciare un bilancio dell`attività dell`Arma nel 2012.
«Gran parte dei risultati sono di chi mi ha preceduto – il colonnello Falferi fa riferimento all`ex comandante Pasquale Angelosanto di cui ha preso il posto nel settembre scorso –. È stato un lavoro intenso che ha portato risultati di grande spessore operativo».
Davanti ai giornalisti, il comandante snocciola alcuni numeri: «In questa anno ci sono state quasi 62mila telefonate al 112 con una media di 5mila interventi. Abbiamo controllato 150mila persona e 90mila veicoli. Così si fa il controllo del territorio. Non è con la militarizzazione del territorio che si danno risposte. Occorre che queste siano professionalmente e qualitativamente eccellenti. Se noi mandassimo 100 unità in più in una zona e non le impiegassimo in modo intelligente, il nostro lavoro sarebbe completamente inutile. Sarebbe un intervento a pioggia che non serve. Le rapine ai cacciatori hanno subìto una forte battuta d`arresto del 60% così come il furto di armi (66%)».
«Sul versante del contrasto alla criminalità organizzata – ha aggiunto – il comando provinciale di Reggio Calabria ha attuato un modulo organizzativo, a ragione denominato “Modello operativo Reggio Calabria”, che prevede che le attività di controllo del territorio si sviluppino attraverso la concezione e l’organizzazione di servizi preventivi, sia per la prevenzione generale, in tutte le sue accezioni (polizia di prossimità, ravvicinata, integrata, soddisfacimento della sicurezza percepita), sia per quella mirata a contrastare particolari fenomeni, attentamente studiati avvalendosi dell’analisi operativa (ricorrenze di reati predatori e fatti indicatori di attività mafiose, come i danneggiamenti, le intimidazioni o le richieste estorsive, ovvero accadimenti di diversa natura che si sono registrati sul territorio). Riguardo il contrasto alla coltivazione illegale della canapa indiana le operazioni di servizio hanno permesso di rinvenire 15.659 piante di cannabis, arrestare 53 persone in flagranza di reato e 9 denunciate a piede libero, stimare in 9 milioni di euro circa il valore delle sostanze sequestrate».
Il colonnello Falferi elogia i suoi uomini che «attraverso la costante presenza sul territorio possono dare il loro contributo in un momento difficile come quello che sta vivendo il nostro Paese. È necessario, però, che ci sia l`impegno di tutti e non solo delle forze di polizia».
Nel 2012 sono state arrestate 1.042 persone. Oltre 106mila, invece, i servizi di prevenzione effettuati. Sono stati, inoltre, intensificati i servizi finalizzati al contrasto dell’immigrazione clandestina e all’individuazione e all’allontanamento dei cittadini stranieri (anche comunitari) che sono risultati pericolosi per la sicurezza pubblica.
Significativi sono stati i risultati ottenuti con le indagini concluse: “Bellu lavuru 2”, “Reale 4-Ippocrate”, “Califfo”, “Affari di famiglia”, “Lancio”, “Solare ter”, “Soldi reali”, Califfo 2”, “Tutto e subito”, “Alba di Scilla 2”, “Sistema e Assenzio” “Faida di boschi 2”, “Saggezza”, “Getsemani” e “Bellocco”.
Affiancato dal colonnello Carlo Pieroni e dal maggiore Miulli, il comandante provinciale ha ricordato i 12 latitanti arrestati nel 2012: «Tre di questi erano tra più pericolosi e uno in quello di massima pericolosità». Chiaro il riferimento a Domenico Condello, detto “Micu u Pacciu” arrestato nelle scorse settimane nella periferia nord di Reggio Calabria. Era alla macchia da oltre 20 anni, da quando nel corso della seconda guerra di mafia ha svolto un ruolo da protagonista assieme al più noto cugino, il boss Pasquale Condello, il mammasantissima conosciuto con il nome di “Supremo”, arrestato il 18 febbraio 2008 anche lui dai carabinieri del Ros, all`epoca diretti dal colonnello Valerio Giardina.
La caccia ai latitanti è una priorità per il comandante Falferi che, sugli obiettivi per il 2013, non ha dubbi. «Vorremmo incrementare il sovraffollamento delle carceri». Il colonnello non fa nomi ma anche qui il riferimento è all`ultimo latitante della provincia di Reggio, inserito nella speciale lista dei ricercati più pericolosi d`Italia: Giuseppe Giorgi di San Luca, detto “U Crapa”, primula rossa dal 1995.




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