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Quelle parole omesse per favorire i boss

REGGIO CALABRIA Favoriva i boss delle cosche Bellocco, Pesce e Gallico. È finito in manette stamattina il consulente Roberto Crocitta, specializzato nell`ascolto delle intercettazioni telefoniche e a…

Pubblicato il: 08/01/2013 – 13:17
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Quelle parole omesse per favorire i boss

REGGIO CALABRIA Favoriva i boss delle cosche Bellocco, Pesce e Gallico. È finito in manette stamattina il consulente Roberto Crocitta, specializzato nell`ascolto delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Il gip del Tribunale di Reggio, Vincenzo Pedone, ha emesso un`ordinanza di custodia cautelare in carcere su richiesta del procuratore aggiunto Michele Prestipino e del sostituto della Dda Giovanni Musarò. L`inchiesta, condotta dalla squadra mobile e dal commissariato di Palmi, ha dimostrato come il consulente Crocitta, incaricato dalle difese dei boss coinvolti nei processi “Cosa mia”, “Crimine” e “All inside”, avrebbe trascritto alcune intercettazioni omettendo strumentalmente parole fondamentali all`impianto accusatorio. Per lui l`accusa è di favoreggiamento aggravato dall`articolo 7 della legge antimafia. I dettagli dell`inchiesta su Crocitta sono stati illustrati stamattina nel corso di una conferenza stampa tenuta in questura. Dall’attività di indagine è emerso, in modo incontestabile, che il consulente di parte, ha posto la sua qualificata esperienza «a disposizione della ‘ndrangheta» operante nel cosiddetto mandamento tirrenico, redigendo sistematicamente consulenze false al chiaro fine di aiutare il “mafioso di turno” ad eludere le investigazioni della Direzione distrettuale antimafia. Grazie alla sua esperienza, infatti, Crocitta modificava alcuni passaggi delle conversazioni tra presenti registrate dalla polizia giudiziaria che potevano non essere particolarmente chiari e, pertanto, potevano offrire lo spazio a trascrizioni aventi un contenuto diverso rispetto a quelle eseguite dagli organi inquirenti. Ecco quindi che il nome «Totò Dinaro», trascritto dalla polizia, diventa «Totò di Palmi» nella trascrizione del consulente Crocitta al quale stranamente alcuni passaggi chiave delle intercettazioni diventano «incomprensibili».
Gli uomini di Gennaro Semeraro e del vicequestore aggiunto Fabio Catalano hanno, quindi, svelato il modus operandi, particolarmente raffinato, utilizzato dal Crocitta che, interrogato dagli inquirenti, ha affermato di aver trascritto «quello che ha sentito». «Crocitta è quello che noi chiamiamo “area grigia della `ndrangheta – ha spiegato il procuratore Ottavio Sferlazza –. Secondo noi è un professionista che si è prestato alla `ndrangheta per favorire i tre soggetti che hanno rischiato di essere scarcerati. Crocitta aveva la piena consapevolezza di aiutare le cosche e veniva pagato profumatamente per trascrivere intercettazioni di due o tre pagine». E se il procuratore Sferlazza parla di «consulenze ideologicamente false», l`aggiunto Prestipino ha ricordato la frase pronunciata diversi mesi fa da don Pino De Masi, il prete impegnato contro le cosche della piana di Gioia Tauro. In quel occasione, infatti, il rappresentante di Libera aveva affermato che «c`è un esercito di professionisti che ha abdicato al proprio ruolo e si è messo a disposizione della `ndrangheta». «Quest`indagine – aggiunge Prestipino – dà la specificità della forza della `ndrangheta che ha vari livelli di penetrazione. Le cosche temono i processi e le condanne che negli ultimi anni sono state inflitte. Uno degli strumenti per intervenire nei processi sono le intercettazioni. Mi auguro che questa esperienza possa servire a qualcuno come momento di riflessione. Chi tradisce i doveri del proprio ruolo non fa un bel servizio alla giustizia». Importanti, infine, le considerazioni del gip Pedone che ha firmato l`ordinanza di custodia cautelare in carcere: «Il Crocitta aveva uno specifico interesse, essendo per lui importante che all’interno della ‘ndrangheta del cosiddetto mandamento tirrenico si diffondesse la voce della sua “disponibilità” a redigere consulenze false. E la prova che, in effetti, accadde proprio questo emerge chiaramente: la “pubblicità” creata dalla falsa consulenza redatta nell’interesse di Pesce Francesco, valse al Crocitta nuovi incarichi (quelli nell’interesse di Bellocco Domenico e di Dinaro Antonio). Crocitta agiva con il preciso fine di agevolare non solo il singolo, ma anche la ‘ndrangheta intesa come organizzazione unitaria o, almeno, l’articolazione della stessa operante nel territorio». E pensare che, in passato, il consulente ha lavorato anche per l`autorità giudiziaria.


Ordinanza Crocitta
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