Nuovo anno giudiziario, Sferlazza: «Incrinati i miti `ndranghetistici»
REGGIO CALABRIA È pari al 27% della popolazione l`indice di densità criminale nel distretto della Corte d`appello di Reggio Calabria. Nel corso dell`inaugurazione dell`anno giudiziario 2013, il presi…

REGGIO CALABRIA È pari al 27% della popolazione l`indice di densità criminale nel distretto della Corte d`appello di Reggio Calabria. Nel corso dell`inaugurazione dell`anno giudiziario 2013, il presidente della Corte d`appello di Reggio Calabria, Giovanni Battista Macrì, ha fornito anche un po` di numeri che caratterizzano il territorio calabrese. Macrì si è soffermato anche sulla rilevanza socio-economica dei provvedimenti di sequestro e di confisca in materia di misure di prevenzione, «l`unica proficua soluzione – ha affermato – per contrastare adeguatamente gli indebiti arricchimenti e per indebolire l`enorme forza economica delle varie `ndrine, in un territorio in cui l`indice di densità criminale è stimato al 27% della popolazione, con un giro di affari per le cosche di oltre 43 miliardi di euro».
«In tale contesto – ha aggiunto – bene si comprende la ragione per cui i beni sequestrati e in gestione dalla locale Sezione del Tribunale di Reggio Calabria superano i due miliardi di euro».
Il presidente della Corte d`Appello, inoltre, si è soffermato sulla carenza di organico nel pianeta giustizia. La scopertura totale degli uffici giudiziari di Reggio è, infatti, di 21 magistrati giudicanti su un organico di 135, pari a circa il 15%, e le carenze di organico riguardano anche gli uffici della magistratura requirente: «Scoperture che – per Giovanni Battista Macrì – rendono estremamente difficoltoso perseguire una reale efficienza operativa. Le carenze di organico e le numerosissime incompatibilità rendono estremamente difficile la composizione dei collegi penali. Si è costretti, pertanto, a ricorrere a continue applicazioni endodistrettuali».
Secondo il procuratore della Repubblica Ottavio Sferlazza, i successi della magistratura «hanno notevolmente accresciuto la fiducia dei cittadini nelle istituzioni anche sotto il profilo della percezione di una significativa presenza dello Stato che nel sud è stato storicamente visto come un`entità nemica o comunque distante e disinteressata». Per il procuratore facente funzioni, l`effetto dei successi è riscontrabile anche nel fatto che «ha favorito nuove collaborazioni; ha gravemente incrinato il mito della invulnerabilità e invincibilità della `ndrangheta; ha messo in crisi un modello culturale fondato sulle regole dell`ordine, della sottomissione e della subalternità della donna e il loro ruolo tradizionale di trasmissione di quei disvalori, favorendo coraggiose scelte collaborative di donne di `ndrangheta, di cui Giuseppina Pesce costituisce l`esempio più eclatante».
Nella sua relazione, Sferlazza spiega che l`azione di contrasto alla `ndrangheta da parte della Dda di Reggio viene articolata in quattro aree tematiche: «la prima attività dell`ufficio nel contrasto al crimine organizzato è l`adozione di strategie diversificate volte alla disarticolazione delle consorterie storiche della `ndrangheta presenti in tutta la provincia, anche attraverso una campagna mirata alla ricerca e cattura dei principali capi cosca latitanti, vere e proprie figure carismatiche del sistema mafioso locale. Il secondo obiettivo è l`individuazione e il perseguimento in sede giudiziaria di componenti significativi della cosiddetta “zona grigia”, di esponenti cioé della politica, delle istituzioni, delle professioni, dell`imprenditoria, a volte con legami massonici, che forniscono alla criminalità organizzata, e in particolare alle dinastie mafiose, occasioni di grandi arricchimenti e, a volte, garanzie di impunità. Terza azione è il contrasto di quelle attività criminose che la `ndrangheta calabrese pianifica e porta a compimento fuori dal proprio territorio originario non intendosi di certo trascurare che attraverso tale “settore operativo” l`organizzazione calabrese ha conquistato di recente reati gravissimi e dall`altro raggiungendo attraverso il commercio internazionale delle sostanze stupefacenti ricchezze patrimoniali in precedenza non ipotizzabili. Infine, l`aggressione ai patrimoni illeciti, sicuramente una delle chiavi di volta dell`azione di contrasto alle organizzazioni mafiose».