Le colpe del regionalismo, gli ex consiglieri presentano i seminari
REGGIO CALABRIA “25 anni di attività, a difesa del regionalismo ed al servizio della Calabria”. Si è discusso di questo nell`incontro tenuto stamattina nella sala Giuditta Levato di Palazzo Campanell…

REGGIO CALABRIA “25 anni di attività, a difesa del regionalismo ed al servizio della Calabria”. Si è discusso di questo nell`incontro tenuto stamattina nella sala Giuditta Levato di Palazzo Campanella dall`associazione degli ex consiglieri regionali della Calabria che a maggio festeggerà l`anniversario della sua fondazione.
All`incontro, moderato dal capo ufficio stampa del Consiglio regionale Romano Pitaro, hanno partecipato il presidente dell`associazione, Stefano Arturo Priolo, il consigliere del Pdl Sandro Nicolò e i relatori di tre seminari che si terranno nei prossimi mesi, Battista Iacino, Ernesto Funaro e Costantino Fittante.
«Scorrendo lo Statuto dell`associazione – ha dichiarato il presidente Priolo – è facile riconoscere lo spirito che ha motivato la sua esistenza e definito la mission. Si tratta di un`esperienza innovativa di partecipazione responsabile alla vita civile e istituzionale. Ciascun socio, dismesso l`impegno nella trincea della politica e, perciò stesso affievolitasi in lui l`appartenenza partitica, ha creduto di doversi ancora impegnare, per rendersi utile. Questo approccio, possiamo dire ha animato il nascere dell`associazione, che si è potuta avvalere nel corso della sua costante crescita, della preziosa collaborazione di molti consiglieri cessati, tanto che oggi essa può contare su più di 100 soci».
«La Calabria – ha aggiunto Priolo – è ormai omologata come una realtà di frontiera in permanente condizione di emergenza, di cui è riscontrabile esplicita traccia anche in alcune candidature al Parlamento. Una condizione, dunque, che induce a riflettere ed a considerare che senza un partecipato e consapevole progetto di rinascita, in particolare del sistema democratico e delle istituzioni pubbliche, che si concretizzi in un operato quotidiano fatto davvero di buona politica, buona amministrazione, onesto e corretto operare dentro la più rigorosa legalità, è facile presagire la “via crucis” possa concludersi, amaramente, sul calvario ed a pagare saranno soprattutto i nostri figli ai quali consegneremmo una pesantissima eredità. Questo titanico sforzo, dobbiamo provare a farlo tutti, per rinascere, ma anche per acquistare credibilità nella comunità nazionale e comunitaria. Questo potrà accadere se ciascuno al proprio posto, da subito si convincerà che urge cambiare rotta, perché la strada imboccata porta al completo fallimento. Occorre, dunque, ricostruire il sistema democratico, rendendolo meno rissoso, meno parcellizzato, meno ripiegato sull`interesse esclusivo per il presente, a danno delle future generazioni. La difesa del regionalismo l`abbiamo fatta vivendo i momenti più significativi del consiglio regionale. Abbiamo portato avanti il nostro lavoro convinti che il nostro lavoro potesse essere utile all`istituzione. La condizione del Mezzogiorno si è progressivamente aggravata per responsabilità dei governi regionali. Per averne un`esatta dimensione, basta consultare il rapporto Svimez 2012 e considerare pochi ma eloquenti dati. Da 5 anni il Mezzogiorno arretra, con il rischio di cancellare interi pezzi di industria,, non compensati dall`innovazione ed internazionalizzazione di alcune “isole” produttive. Dal 2007 al 2012 il pil procapite meridionale è calato del 57% di quello del centro-nord».
Durante la conferenza stampa sono stati presentati i seminari che l`associazione degli ex consiglieri regionali ha organizzato a Cosenza (dove ad aprile Battista Iacino relazionerà sulla “Valorizzazione, organizzazione e difesa del territorio e dell`ambiente calabrese”), a Lamezia Terme (dove a maggio Ernesto Funaro coordinerà un incontro sulle “Risorse nazionali e comunitarie: fattori e settori produttivi da sviluppare in Calabria”) e a Reggio (dove a giugno Costantino Fittante relazionerà sull` “Istruzione-alta formazione-cultura e beni culturali”).
E proprio Costantino Fittante ha spiegato il senso dell`incontro che si terrà in riva allo Stretto: «Noi intendiamo realizzare un seminario che si occupa degli aspetti della vita culturale e scolastica della nostra regione: quello della vita universitaria, la rete scolastica superiore e i beni culturali che noi definiamo beni comuni. Una considerazione brevissima: siamo stati sollecitati dal fatto che sono sotto gli occhi di tutti alcuni elementi: la crescita di quell`analfabetismo di ritorno, l`evasione scolastica e la selezione per i concorsi a cattedra. Da questa selezione viene fuori un dato che dovrebbe allarmare: solo il 20% dei partecipanti al concorso sono stati ammessi rispetto al 70-80% della Lombardia. Crediamo che dopo 42 anni, dall`istituzione della prima università calabrese, è opportuno fare una riflessione comune su quello che hanno rappresentato le università nella nostra Regione e le loro criticità».
«Una ricerca del professore Fantozzi – ha aggiunto Fittante – dice che non c`è un sistema universitario progettato a livello regionale. Non possiamo nascondere che è mancato il dialogo tra l`università e la regione. I seminari non li facciamo per individuare le responsabilità, ma per individuare un percorso che ci faccia superare questa condizione generale. Per quanto riguarda la rete scolastica, la diffusione di questa rete non è il frutto di un progetto complessivo per cui si pone l`esigenza di riorganizzare questa rete. Infine, sui beni culturali credo che quello che è accaduto negli ultimi 10-15 giorni a Sibari mette a nudo la situazione esistente. Ci riempiamo la bocca spesso con beni culturali ma è evidente che manca un progetto di recupero e di difesa del suolo e del paesaggio. Quando parliamo di beni culturali non parliamo solo di archeologia. Probabilmente la Calabria, rispetto alla superficie complessiva del territorio, è la regione che ha più giacimenti archeologici e allora poniamo l`esigenza di una ricognizione puntuale per poter fare un intervento funzionale e organico».
«I fondi comunitari – ha aggiunto Ernesto Funaro – costituiscono una leva fondamentale per una politica di coesione finalizzata al superamento del divario di sviluppo esistente tra il Mezzogiorno e le aree del centro-nord dell`Italia. L`uso non sempre adeguato delle risorse, con ritardi, procedure farraginose, polverizzazione delle iniziative, ha determinato sfiducia, incertezze e disagio che hanno accentuato le difficoltà, rendendo inevitabile una pericolosa caduta di interesse, che ha messo in crisi persino l`opportunità della prosecuzione della politica di coesione, che pur trova la propria ragione ed il proprio fondamento in uno dei pilastri essenziali del processo di costruzione dell`Unione europea. Le risorse assegnate alla Calabria hanno subito un taglio. Gli interventi del passato non sono stati per nulla efficaci in termini di qualità».
L`intervento di Iacino è stato incentrato sulla valorizzazione del territorio e dell`ambiente calabrese: «L`associazione non ha l`ambizione di presentare un compiuto ed organico progetto per la Calabria, siamo invece animati dall`idea che sia necessario compiere ogni sforzo per delineare un nuovo percorso capace di frenare gli attuali processi di crisi. Per fare questo pensiamo sia necessario uno sforzo generale delle forze politiche, istituzionali, sindacali, culturali, dei saperi scientifici e delle forze imprenditoriali. Nel corso del seminario, particolare attenzione sarà posta ai temi dell`economia considerata la delicata situazione in cui versa la Calabria. La nostra precarietà aumenta più che altrove con un tasso di disoccupazione che è vicino al suo picco storico. In Calabria c`è il rischio reale che la crisi da congiunturale si trasformi a strutturale».
Le conclusione della conferenza stampa sono state affidate al vicepresidente del Consiglio regionale Sandro Nicolò: «L`associazione ha dato un contributo forte per l`affermazione del regionalismo che va custodito e difeso. È consuetudine in questo territorio dire che è colpa del Comune, della Provincia, della Regione. Ognuno deve prendersi la responsabilità. Oggi la condizione economica è ai minimi livelli e questo è responsa
bilità di tutti perché in molti hanno pensato di coltivare il proprio orticello. La ricerca e lo studio devono essere il volano per la programmazione. Se si fa sistema ci sono i presupposti per un buon futuro».