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Alaco, piovono accuse sull`Arpacal

«La vicenda del benzene nell`invaso dell`Alaco, che fornisce acqua a 88 Comuni del Vibonese e del Catanzarese, ha raggiunto ogni limite di sopportazione. L`Arpacal ha parlato di “composti aromatici…

Pubblicato il: 04/02/2013 – 17:18
Alaco, piovono accuse sull`Arpacal

«La vicenda del benzene nell`invaso dell`Alaco, che fornisce acqua a 88 Comuni del Vibonese e del Catanzarese, ha raggiunto ogni limite di sopportazione. L`Arpacal ha parlato di “composti aromatici da benzene, espressi come benzene”, dopo aver fornito i risultati più che allarmanti delle ultime analisi». E` quanto sostiene il Movimento5Stelle Calabria in una nota.
«L`acqua dei rubinetti – prosegue – è maleodorante e sporca, per questo i cittadini sono costretti da mesi a rifornirsi con i bidoni presso le fonti di cui per fortuna la Calabria è ancora dotata. L`indagine sull`Alaco d`altronde è ancora aperta: l`impianto fu sequestrato nel maggio 2012 e pare non si sia ancora trovato quel certificato che attesta la tipologia e la potabilità dell`acqua, certificato che manca da quando la diga sull`Alaco fu eretta e l`invaso entrò in funzione. I politici stanno a guardare, nessuno dà risposte certe alle proprie comunità. Il caso, già gravissimo, provoca ulteriore sconcerto per le analisi e le successive giustificazioni dell`Arpacal, che non può cavarsela, come sta facendo, chiedendo scusa per una piccola svista. In quell`acqua c`è o non c`è il benzene? Chiediamo risposte immediate al presidente Scopelliti che è il primo responsabile della sanità regionale. E ci chiediamo com`è possibile che fino ad ora il governatore non sia mai intervenuto pubblicamente su questa gravissima vicenda».
«Gli abitanti di Serra San Bruno e non solo, assieme ai comitati dell`acqua bene comune che da sempre seguono la vicenda, sono pronti a protestare in massa e noi con loro – prosegue la nota del Movimento5Stelle Calabria – Ci chiediamo anche che validità abbiano le analisi dell`Arpacal visto che questo ente, al contrario delle Arpa di tutta Italia, non è nemmeno accreditato da “Accredia”, l`unico organismo nazionale autorizzato dallo Stato a svolgere attività di controllo in conformità agli standard internazionali della serie Iso 17.000. Come mai chi è esposto al libero mercato deve investire per offrire ai propri clienti un servizio efficiente ed efficace, mentre l`Arpacal, che è un ente pubblico e quindi della comunità, non ha questi obiettivi? Come mai prima di esporre la comunità a rischi non si ha la forza per esporsi all`occhio critico di un organismo di vigilanza?».
«Chi ha il dovere di garantire e monitorare la salute dei cittadini – conclude il Movimento5Stelle – dovrebbe prima preoccuparsi di monitorare le proprie competenze».

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