CATANZARO «Ecco per quanto si vende l’azione di contrasto alla criminalità organizzata». È il durissimo atto d’accusa lanciato dal procuratore aggiunto di Catanzaro Giuseppe Borrelli durante la riunione congiunta dei magistrati di Reggio Calabria e Catanzaro. Decine di toghe si sono ritrovate questo pomeriggio nel palazzo di giustizia del capoluogo per denunciare gli «effetti nefasti» che potrebbero derivare dalla proposta di modifica delle piante organiche. Catanzaro, che ha già organici insufficienti, perderebbe 4 magistrati nel giudicante e uno con funzioni inquirenti. Ad aprire il dibattito è stato il presidente del tribunale di Catanzaro, Domenico Ielasi, mostrando la sua meraviglia per questa proposta in netto contrasto con quanto aveva assicurato «il ministro Severino che ci aveva preannunciato la nascita del tribunale delle imprese ed in quella occasione aveva promesso vicinanza ai nostri problemi, aggiungendo anche che il governo ci avrebbe messo la faccia. Tutte queste speranze però sembrano essere state disattese». Anche il giudice Massimo Forciniti si è detto sorpreso per un provvedimento che è in netto contrasto con gli ultimi interventi legislativi in materia di sedi disagiate. Una proposta, ha aggiunto il magistrato, che va a colpire un distretto «che è il più produttivo nelle misure patrimoniali e che ha competenze di indagine su ben due tribunali (Reggio e Potenza, ndr)». Dal procuratore di Palmi Creazzo è arrivato un appello forte all’unità tra i due distretti calabresi: «Dobbiamo far sentire un’unica voce». Concetto ribadito dal procuratore generale di Catanzaro, Santi Consolo: «Bisogna portare un`unica istanza che sia quella della giurisdizione della Calabria. Serve chiarezza sul territorio calabrese e bisogna far capire che i magistrati non sono un costo ma una risorsa. Gli sprechi sono altri come i 32 milioni di euro spesi per il carcere di Arghillà, una struttura inutile e inutilizzabile. Intanto i migliori giovani d’Italia, vincitori di concorso, devono ritardare l’inizio del loro tirocinio per far risparmiare allo Stato poche migliaia di euro. È mortificante. I nostri burocrati – ha concluso – operano ottimamente, soprattutto quando si limitano a stare fermi».
Il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ha lanciato un grido d`allarme «perché la Calabria – ha detto – non ha voce. Ci devono dire se è vero che la `ndrangheta è un problema nazionale perché è importante la qualità dei processi e non la quantità». Secondo il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli questa non deve essere l’ennesima occasione sprecata: «La proposta sulla modifica delle piante organiche non ha alcuna possibilità di essere attuata. Serve, piuttosto – ha aggiunto – organizzare organici proporzionali all`attività svolta. Ci vuole, infatti, un rafforzamento consistente degli organici che tenga conto delle peculiarità criminali della Calabria. Con la riforma delle circoscrizioni giudiziarie lo Stato riesce a risparmiare 32 milioni di euro all’anno. Estrapolate da questa cifra la parte calabrese, piccolo segmento del Paese, e avrete il prezzo al quale si vende l’azione di contrasto alla criminalità». Infine, ha preso la parola il gip Livio Sabatini: «Pur nella drammatica situazione sia nel penale che nel civile, la giustizia nel distretto continua a essere esercitata grazie ai magistrati che sopperiscono a deficienze strutturali con grande spirito di servizio». Al termine della riunione è stato approvato un documento unitario, sottoscritto anche dai sindacati del personale amministrativo, che sarà inviato al Csm e al ministero della Giustizia.
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