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Traffico di cocaina dalla Calabria a Palermo, fissato l’interrogatorio di garanzia per i tre reggini coinvolti

Le indagini hanno fatto luce sul sistema di trasporto e sui legami con il gruppo siciliano guidato dal broker Fabio Santangelo

Pubblicato il: 12/12/2024 – 14:27
Traffico di cocaina dalla Calabria a Palermo, fissato l’interrogatorio di garanzia per i tre reggini coinvolti

REGGIO CALABRIA Sono stati fissati dal gip di Reggio Calabria Antonino Foti per domani, 13 dicembre alle 9.30, gli interrogatori di garanzia per i tre reggini coinvolti nell’inchiesta della Procura di Palermo sul traffico di cocaina dalla Calabria e che attualmente sono detenuti in carcere a Reggio Calabria. Si tratta di Saverio Zoccoli, cl. ’84, difeso dall’avvocato Danila Gullì; Pasqualino Minutolo, cl. ’69, difeso dall’avvocato Italo Maria Palamara; Francesco Raveda, cl ’96, difeso dall’avvocato Pietro Bertone. In totale sono otto le persone arrestate nel blitz.

Le indagini

Le indagini della Guardia di Finanza ha fatto luce su un sistema di trasporto di droga che viaggiava su strada da Reggio Calabria, Messina e Palermo, nascosta in doppi fondi ricavati nelle auto, spesso noleggiate, condotte da corrieri. Nel corso dell’indagine sono stati arrestati diversi corrieri e sequestrati 100 chili di droga e 600 mila euro. L’attività investigativa ha ricostruito l’esistenza di un accordo per una fornitura mensile di almeno 15 chili di cocaina, destinata al mercato palermitano, che avrebbe generato per l’organizzazione un giro d’affari di 10 milioni di euro all’anno. Regista dell’operazione sarebbe stato Fabio Santangelo, il broker più esperto sulla piazza di Palermo, un “libero professionista” del crimine al servizio del migliore offerente in Cosa nostra, gli investigatori lo descrivono come l’unico in grado di intavolare trattative serie con i fornitori calabresi, referenti della criminalità organizzata attivi nella zona della Locride e della piana di Gioia Tauro e avrebbe importato ingenti quantitativi di cocaina dalla Calabria. I componenti dell’organizzazione hanno utilizzato dei dispositivi criptati per schermarsi da possibili attività di intercettazione. (m.r.)

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