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Cede l`impianto accusatorio nei confronti della cosca Mazzaferro

REGGIO CALABRIA Un’assoluzione e una raffica di sconti di pena: non regge il castello accusatorio contro i presunti uomini della cosca Mazzaferro, accusati di gestire il traffico e lo spaccio di drog…

Pubblicato il: 25/02/2013 – 23:05
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Cede l`impianto accusatorio nei confronti della cosca Mazzaferro

REGGIO CALABRIA Un’assoluzione e una raffica di sconti di pena: non regge il castello accusatorio contro i presunti uomini della cosca Mazzaferro, accusati di gestire il traffico e lo spaccio di droga nel rione Cavalleria di Marina di Gioiosa Jonica.
Il gup Vincenzo Pedone non ha accolto le dure richieste di pena avanzate dal pm Tedesco, assolvendo con formula ampia Salvatore Agostino e comminando agli altri imputati pene che vanno da un massimo di 4 anni e 4 mesi di reclusione a 2 anni e due mesi.
Dovrà scontare quattro anni e quattro mesi ed è stato condannato a pagare 8mila euro di multa Alessandro Agostino, mentre è di quattro anni e 7,6mila euro di multa la pena a Salvatore Panetta. Tre anni e sei mesi dovranno scontare per il gup Pedone, Giuseppe Lombardo e Cosimo Damiano Celestino, condannati anche a una multa di 7mila euro, mentre a Domenico Commisso è stata inflitta una pena di tre anni e quattro mesi di reclusione, più 6,8mila euro di multa. Per Giuseppe De Velli, detto Caracolo, il giudice ha stabilito una condanna a tre anni e due mesi di reclusione e 8,4 mila euro di multa., mentre Francesco Commisso dovrà scontare 3 anni di reclusione e 7,2 mila euro di multa.
Infine due anni e dieci mesi e 6mila euro di multa vanno invece a Giuseppe Agostino, due anni e otto mesi di reclusione e seimila euro di multa al quarantacinquenne Francesco Agostino e due anni e otto mesi a Giorgio Busbani. Condannata l’unica donna imputata, Isabella Zannino, cui il gip ha inflitto due anni e due mesi di reclusione.
Pene decisamente più leggere rispetto a quelle richieste dal pm e che sono state accolte fra gli applausi e le grida di giubilo degli imputati chiusi nelle gabbie. Tutti quanti erano finiti in manette il sette novembre 2011, al termine di un’operazione della Guardia di Finanza al rione Cavalleria di Marina di Gioiosa Jonica. Un vero e proprio market della droga , per gli inquirenti controllato dalla cosca Mazzaferro, che nell’ipotesi investigativa non era solo un  punto di riferimento per i tossicodipendenti della zona, ma anche un centro propulsore dei traffici gestiti dal clan verso la Piana di Gioia Tauro e Reggio, ma anche a Frascati e Monteporzio Catone, in provincia di Roma.

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