Csm, al Plenum slittano ancora le nomine
Il Plenum del Consiglio superiore della magistratura ha chiuso i suoi lavori senza occuparsi delle nuove nomine negli uffici direttivi. Il dibattito, infatti, è stato interamente assorbito dalla valu…

Il Plenum del Consiglio superiore della magistratura ha chiuso i suoi lavori senza occuparsi delle nuove nomine negli uffici direttivi.
Il dibattito, infatti, è stato interamente assorbito dalla valutazione dei nuovi attacchi prodotti da Silvio Berlusconi alla magistratura. Attacchi che sono stati duramente criticati dall’organo di autogoverno dei magistrati che hanno definito le parole dell’ex premier e leader del Pdl «inaccettabili» e «scellerate». Durissimo, in particolare, il giudizio unanime della componente togata del Csm: «Un Paese che non crede nei suoi giudici mette a rischio l`assetto democratico».
Secondo il Csm il tentativo è quello di bloccare le indagini e i processi, il che «equivale a minare l’ordinamento democratico nelle sue fondamenta per garantire a chi ha il potere una sorta di impunità preventiva».
Si incarica di replicare, per conto di Berlusconi, la prima degli eletti del Pdl in Calabria, Jole Santelli: «Peccato che il Csm, come organo di autogoverno dei magistrati voluto dalla Costituzione, non tenti neanche un accenno di autocritica. Gli atteggiamenti ultracorporativi da sempre tenuti da questo organo hanno danneggiato profondamente la credibilità e l`autorevolezza della magistratura. Purtroppo questa è solo l`ennesima conferma che la giustizia domestica della Casta dei magistrati, ormai unica in Italia, ha creato un mostro, autoreferenziale e onnipotente».
Come detto, l’ennesimo scontro istituzionale ha assorbito per intero i lavori del Plenum facendo nuovamente slittare le nomine che da settimane sono state trasmesse dalla Quinta commissione. Tra queste, quella relativa alla nomina del nuovo capo della Procura di Busto Arsizio, per la quale la Commissione incarichi ha indicato due nomi. Al primo, il sostituto procuratore generale di Milano Gian Luigi Fontana, sono andati tre voti, al secondo, l’attuale capo della Procura dei minori di Reggio Calabria, Carlo Macrì, di voti ne sono andati due.
E qui va detto che proprio su Busto Arsizio si è aperto un altro fronte di difficoltà per il Csm. È dovuto al fatto che nell’indagine della Procura di Busto Arsizio, che ha portato al clamoroso arresto del presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, è venuto fuori un tentativo di condizionare la scelta del nuovo procuratore capo.
Sul punto, dopo la lettura delle carte dell’indagine, ha tentato di tranquillizzare tutti il vicepresidente Michele Vietti: «Nessun consigliere o magistrato in servizio al Csm, tanto meno il vicepresidente, risulta coinvolto nella vicenda dell`ordinanza cautelare emessa nei confronti di Orsi». Che assicura anche che «non è stata mai subita nessuna interferenza» sulla nomina del procuratore di Busto Arsizio. «La pratica su Busto Arsizio è stata discussa con tempi e criteri ordinari – ha garantito il consigliere – e nessuno ha prospettato alcun tipo di interferenza né a me, né ad altri componenti della commissione».
Ma il caso resta aperto, al punto che il consigliere Fuzio invita ad avviare una riflessione «sull`ennesima puntata della questione morale che rischia di lambire il Csm». Sollecitando «un`urgente attività di chiarimento sulla veridicità dell`affermazione secondo cui persone del Csm sarebbero state contattate da magistrati in pensione in relazione alla nomina del procuratore di Busto Arsizio».
Ancora più esplicita è stata l’Associazione nazionale magistrati che, in un documento, invita il Csm a garantire una scelta seria ed autonoma: «Qualsiasi forma di pressione che provenga da singoli o da gruppi più o meno occulti va respinta con fermezza». L`Anm, sempre a proposito delle pressioni che sarebbero state esercitate da Giuseppe Orsi sul Csm, e in relazione alla nomina del procuratore di Busto Arsizio, ha anche sottolineato come «l`autogoverno della magistratura è un momento centrale nella difesa della nostra indipendenza e per preservarlo occorre che sia esercitato in modo corretto ed efficiente». Da questo punto di vista il leader del sindacato delle toghe, Sabelli, ha detto di ritenere «assolutamente condivisibile» il richiamo del capo dello Stato al Csm sui ritardi nelle nomine.