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Chi ha paura di Cafiero de Raho?

La Procura della Repubblica di Reggio Calabria torna ad avere, dopo un anno di sede vacante, un procuratore capo. È Federico Cafiero de Raho, magistrato di salda esperienza (indossa la toga da 35 ann…

Pubblicato il: 13/03/2013 – 19:35
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Chi ha paura di Cafiero de Raho?

La Procura della Repubblica di Reggio Calabria torna ad avere, dopo un anno di sede vacante, un procuratore capo. È Federico Cafiero de Raho, magistrato di salda esperienza (indossa la toga da 35 anni); punto di riferimento per molti inquirenti cresciuti sotto la sua guida ma, soprattutto, persona che non ha mai piegato alle esigenze di carriera la sua condotta.
Forse per questo la sua nomina è stata fino all’ultimo momento ostacolata ed osteggiata: piace ai togati di ogni forma e colore, molto meno ai cosiddetti “laici” ed ai “membri di diritto”.
Per impedirgli di assumere la guida della Dda reggina, hanno provato di tutto: promesse di posti migliori, inviti a ritirare la disponibilità offerta, intrighi di corte e di cortile, inciuci e trasversalismi di ogni tipo.
E per meglio dispiegare tutta questa azione ostruzionistica si è rinviato più e più volte l’esame del fascicolo relativo alla nomina del nuovo procuratore di Reggio Calabria. Al punto da dimostrarsi inadempienti anche davanti al fermo richiamo del presidente della Repubblica che proprio sul “caso de Raho”, sia pure senza citarlo esplicitamente, aveva strigliato il Consiglio superiore della magistratura.
La svolta arrivava la scorsa settimana quando dal Colle è partito l’ennesimo “invito ad adempiere” visto che la Commissione incarichi aveva da mesi liquidato la questione e il Ministro aveva già dato il suo concerto. Eppure fino all’ultimo si è tentato in ogni modo di ribaltare quella indicazione forte che era arrivata dalla Commissione incarichi: tre voti per Federico de Raho e uno ciascuno per Nicola  Gratteri, Michele Prestipino e Paolo Giordano. Rinviare non era più possibile, l’unica cosa era tentare di convergere i voti di “dissenso” su un candidato diverso.
Compresa la manovra, il procuratore aggiunto Nicola Gratteri compie un atto di intelligenza e generosità ritirando la sua candidatura. Farà altrettanto, ma all’ultimo momento e senza annunci pubblici, Michele Prestipino. In Consiglio si vota e per Federico Cafiero de Raho ci sono 12 voti favorevoli, quattro in più di quelli che si riuscirà a far convergere su Paolo Giordano, procuratore di Caltagirone.
Il fronte “anti-de Raho” è variegato. Lo tengono insieme ragioni e obiettivi diversi: alcuni (pochi) convinti che Giordano sia la scelta migliore, altri (tanti) sicuri che sia il male minore.  
I più “attivi” nel tentare di bloccare la nomina di de Raho sono i “berlusconiani”: quelli dalla militanza dichiarata e quelli dalla sinergia occulta. Del resto Federico Cafiero de Raho anche questa volta non si era lasciato piegare dalla convenienza: a due giorni dal Plenum aveva messo la sua firma insieme a quella dei colleghi napoletani che vogliono il giudizio immediato per Silvio Berlusconi che a Napoli è imputato di corruzione elettorale. E poi de Raho è anche “colpevole” di avere coordinato con successo le indagini sui casalesi, comprese quelle che hanno inguaiato l’ex sottosegretario Nicola Cosentino.
Roba da far inviperire il Cavaliere ma, soprattutto, da allarmare quei suoi sodali che, in riva allo Stretto, hanno tutto da temere davanti all’arrivo di un magistrato caparbio, determinato e per nulla incline a chiudere gli occhi o a lasciare i fascicoli più scottanti a prendere polvere nei cassetti.
Meglio così. Meglio che il Csm si sia diviso sulla nomina del nuovo procuratore capo di Reggio Calabria. Alla fine si è preso atto che la Procura di Reggio è diventata la più importante d`Europa. E c`è bisogno di un procuratore, come Federico Cafiero de Raho, che sia anche in grado di far ritrovare un`armonia perduta, mettendo insieme anche sensibilità diverse. Niente ipocrisie e niente unanimità di facciata.
Reggio non ne ha bisogno. Anzi ha bisogno esattamente del contrario. Ha bisogno di imparzialità e di inflessibilità. Ha bisogno di determinazione e di correttezza. Ha bisogno di indagini che scendono fino in fondo e non lasciano zone inesplorate. Ha bisogno che magistrati come Giuseppe Lombardo non siano più isolati e sommersi da carte e fascicoli. Ha bisogno che le procedure vengano rispettate sempre e comunque. Ha bisogno che le carte contenenti intercettazioni che riguardano magistrati siano tempestivamente trasmesse a chi ha competenza a trattarle, senza preventivi ed arbitrari “controlli di legittimità”.
Cafiero de Raho riaccende la fiducia dei reggini onesti e dei calabresi che non hanno paura della verità proprio perché arriva al vertice della Procura reggina senza applausi e senza unanimismi. Sta proprio nella caratura e nell’impegno posto da quanti hanno lavorato per impedirne la nomina il miglior attestato sull’assoluta affidabilità di Federico Cafiero de Raho.

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