Morisani: «Africoti con Totò Caridi, gli altri con Sarra»
REGGIO CALABRIA È poco più di un saluto accennato, ?un gesto che supera le sbarre della gabbia degli imputati e passa inavvertito a Tribunale e pm, quello che si scambiano a fine udienza del processo…

REGGIO CALABRIA È poco più di un saluto accennato, ?un gesto che supera le sbarre della gabbia degli imputati e passa inavvertito a Tribunale e pm, quello che si scambiano a fine udienza del processo “Raccordo sistema” l’ex assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria, Pasquale Morisani, e il boss Santo Crucitti. Un saluto che testimonia quanto il politico ha appena finito di raccontare in aula: con Crucitti, considerato il reggente su mandato dei Condello-De Stefano-Tegano dei quartieri periferici di Condera, Eremo e Pietrastorta,? è stato per lungo tempo in più che cordiali rapporti. Un? rapporto normale – sostiene Morisani – per chi “è di Condera da cinque generazioni”, rivendicando orgoglioso “fino ai diciotto anni ho avuto un forte attaccamento al quartiere, poi mi sono allontanato da questa realtà”. Eppure gli anni di vita nel quartiere di Condera sembra non siano bastati all’ex assessore per comprendere la caratura criminale di Crucitti. Nonostante fosse anche venuto a conoscenza dell’omicidio del fratello Demetrio, freddato il primo agosto del ’90 nel corso della seconda guerra di mafia, Morisani alle domande del sostituto procuratore Stefano Musolino risponde serafico “non ho mai sospettato che potesse avere rapporti con la criminalità organizzata. Sapevo che era in buoni rapporti con Mario Audino (considerato il boss di Sambatello, ndr)? ma questo non mi ha mai portato a pensare che potesse essere inserito in un contesto criminale. Solo dopo che è stato arrestato, ho iniziato a leggere sui giornali e approfondire la questione”.?
Eppure, tenta invano di incalzarlo il pm – intercettazioni alla mano – più di una conversazione fra l’ex assessore e Giuseppe Romeo, uomo ?di fiducia del boss Crucitti, sembrano testimoniare una conoscenza approfondita del reggente di Condera. Un rapporto così intimo da permettere a Morisani di essere informato in maniera puntuale dell’intervento che il boss ?Audino avrebbe fatto per salvare il matrimonio di Crucitti, azzoppato dalle frequentazioni extraconiugali di quest’ultimo. Contestazioni che Morisani liquida a mero “insignificante chiacchiericcio” che – a suo dire – non proverebbe alcuna sudditanza psicologica di Crucitti nei confronti del boss di Sambatello, dunque non lo avrebbero necessariamente portato a comprenderne lo spessore criminale.
?Allo stesso modo, Morisani sembra avere facile gioco nel giustificare con un “pessimo rapporto con il telefono”, le numerose conversazioni? intercettate con il reggente di Condera, limitate alla comunicazione di orari e luoghi per successivi appuntamenti. Incontri finalizzati a “consulenze professionali” per delle assicurazioni, afferma l’ex assessore, così come “casualmente” – sostiene – gli inquirenti hanno registrato telefonate durante le quali Morisani informava Crucitti sulla presenza in studio? dell’ex capo di Gabinetto del Comune, Antonio Barrile. “Barrile aveva un rapporto diretto con Crucitti, era un suo consulente – dichiara con la massima serenità Morisani – non ho mai fatto da intermediario per incontri”.
Ma le intercettazioni raccontano anche – o meglio soprattutto – una delle campagne elettorali dell’ex assessore, cresciuto alla scuola del Fronte della Gioventù – dove approda appena tredicenne – svezzato a forza di anni in circoscrizione sotto le insegne di An, fino ad approdare a un breve assessorato targato Pdl . Una campagna elettorale che gli investigatori imparano a conoscere in dettaglio, non perché fosse Morisani ad essere intercettato, ma perché è a personaggi del calibro di Giuseppe Romeo e Santo Crucitti che il politico si precipita a chiedere appoggio elettorale. Una circostanza che Morisani non accenna neanche a negare, ma giustifica con il suo radicamento nel quartiere di Condera che gli ha dato i natali e lo ha visto crescere. “È normale che quello fosse il mio punto di riferimento elettorale”. Così come – non ha timore di affermare Morisani – “conosco Giuseppe Romeo, così come conosco le maggiori famiglie della zona. Con lui in particolare, ci conosciamo da tempo immemore, ma non so se è stato arrestato, né se è stato arrestato. Conosco lui e la sua famiglia, quindi è stato naturale chiedergli appoggio elettorale”. Una richiesta, documentata da un’intercettazione ambientale del 2004, in cui Romeo si prende anche il disturbo di spiegare a Morisani come dovrebbe essere distribuito il voto a Reggio nelle consultazioni a venire. “Gli africoti stanno con Totò Caridi, la parte di Mimmo Lo Giudice, Ferrante e Marcianò votano ad Alberto”, legge in aula il pm Musolino, sollecitando Morisani a precisare il contenuto della conversazione. Ed è necessario un serrato botta e risposta fra il sostituto procuratore e l’imputato – cui il presidente del Tribunale Esposito sembra assistere quasi perplesso – prima che l’ex assessore ammetta che quell’Alberto è l’attuale sottosegretario regionale Alberto Sarra e che gli africoti sono “famiglie presumibilmente originarie di Africo che si sono trasferite a Condera dopo l’alluvione”. Ancora più espliciti – ma del resto mai negati dal diretto interessato – sono i contenuti della conversazione che rivelano l’impegno del boss Crucitti? a favore di Morisani. Una conversazione – racconta l’ex assessore – registrata nel corso di un incontro fortuito, che avrebbe permesso al politico di incrociare casualmente Crucitti al termine di una riunione con “Franco Scaramuzzino, Massimo Silva e altri soggetti che non ricordo”. Tutte persone cui il reggente di Condera chiederà un impegno elettorale a sostegno di Morisani. “A casa di molte di loro sarei andato comunque”, non ha timore di affermare Crucitti, trincerandosi dietro la sua asserita misconoscenza della caratura criminale dei suoi interlocutori. Allo stesso modo – afferma – “non so se Crucitti avesse chiesto un impegno a mio favore anche a Domenico Suraci (cl. 73, cugino del quasi omonimo ex consigliere comunale Dominique, ndr), sapevo solo che erano in buoni rapporti”.
?Ma fondamentale per ottenere un successo elettorale a Condera, suggeriranno a Morisani in un’intercettazione, ricordata in aula dal pm Musolino, è don Nuccio Cannizzaro, imputato per falsa testimonianza proprio in favore del boss Crucitti. “Qui è il prete che se la comanda”, dirà uno degli interlocutori all’ex assessore, che si limita a derubricare il fatto a dinamica tipica dei territori di periferia. Allo stesso modo, per Morisani, è “semplice chiacchiericcio” quella conversazione che lo vede protagonista insieme a Romeo durante la quale Tiberio Bentivoglio e Consolato Marcianò, verranno definiti “viscidi”. Nulla che abbia a che fare – sostiene l’ex assessore, senza che il pm si fermi troppo ad approfondire – con quell’associazione Harmos , che i due avrebbero in seguito fondato e che tanto avrebbe potuto dare fastidio – magari sottraendo finanziamenti e proseliti – alla Laos di don Nuccio o alla Evelita, dello stesso Morisani. Ma anche su questi punti toccherà – eventualmente – all’istruttoria futura approfondire.