La camera di compensazione tra la `ndrangheta e la cosiddetta zona grigia è adornata di grembiulini massonici. Sono quelli delle logge deviate, punto di incontro tra i poteri criminali e i “manovratori occulti”, espressione che dà il titolo al numero del Corriere della Calabria in edicola. Il racconto si apre con la storia di Giuseppe Greco, boss di Calanna, e con la sua decisione di pentirsi e collaborare con la giustizia. Cosa potrebbe raccontare il capoclan? Se lo chiedono in molti. Di certo, rappresenta una cosca potente e rispettata, al centro di intrighi mafiosi e di rapporti con il “livello superiore”. Dei Greco si parla da sempre. Della loro potenza politica si sussurra in varie indagini. Dei rapporti intessuti con la massoneria e con i “comitati d`affari” succedutisi nel tempo, si colgono tracce in diverse inchieste. E tuttavia i Greco di Calanna sono rimasti fino a oggi la parte meno esplorata della galassia `ndranghetistico-massonica che infesta e ammorba il territorio e le istituzioni. Prospettive inedite si aprono per gli inquirenti.
Note, e altrettanto inquietanti, sono le potenzialità di Pantaleone Mancuso. Zio Luni, boss della cosca che comanda nel Vibonese, si muove con piglio da manager e ha le mani in pasta dappertutto: dagli appalti alla politica. Sponsorizza alcuni candidati e ne avversa altri. Ma soprattutto, anche secondo gli esponenti delle cosche nemiche, ha accesso a un livello che gli garantisce una “marcia in più”. Lo dicono gli atti. Dai quali spunta una figura che resta in penombra: è “don Paolo”, un boss che arriva da un`altra parte della Calabria e intrattiene rapporti con la parte “sporca” della massoneria. Perché le camere di compensazione fanno comodo a tutte le latitudini.
La storia di copertina “Manovratori occulti”, con i servizi del direttore, Paolo Pollichieni, di Gaetano Mazzuca e Pablo Petrasso, è sul numero del Corriere della Calabria in edicola fino al 21 marzo 2013.
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