MILANO Carmine Gallo, l’ex super poliziotto agli arresti domiciliari nell’indagine della Dda di Milano e della Dna su una presunta rete di cyber-spie, interrogato ieri dai pm, ha spiegato di non aver mai «concorso in alcuna violazione dei software che proteggono le informazioni riservate». Gallo, che era amministratore della Equalize di Enrico Pazzali, il presidente di Fondazione Fiera che si è autosospeso, alla presenza dei difensori Antonella Augimeri e Paolo Simonetti, ha offerto un contributo per la ricostruzione dei fatti e delle responsabilità, distinguendo i ruoli suo e delle altre persone coinvolte nell’inchiesta. L’interrogatorio era stato chiesto nelle scorse settimane da Gallo in quanto, come già aveva detto con le sue dichiarazioni spontanee al gip Fabrizio Filice definendosi «un servitore dello Stato» e non un “infedele”, il suo intento è contribuire alle indagini e fare chiarezza. Poiché lo scorso ottobre subito dopo i suoi arresti domiciliari aveva affermato davanti al giudice «In 41 anni ho servito le istituzioni e anche adesso collaborerò con le istituzioni», ha passato in rassegna uno ad uno i capi di imputazione e ha fornito una serie di spiegazioni. Non si è concluso invece l’interrogatorio, in programma sempre ieri, di Nunzio Gabriele Calamucci, il tecnico informatico del gruppo che è stato riconvocato per il prossimo 17 dicembre.
Il Corriere della Calabria è anche su Whatsapp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x