REGGIO CALABRIA Per Franco Pugliano l’impatto con la realtà non poteva essere più duro. Il faccia a faccia sull’emergenza rifiuti tra l’assessore regionale all’Ambiente e i sindaci della provincia reggina ha fatto registrare momenti di grande tensione, indicativi della situazione drammatica in cui versano territori in cui la spazzatura continua a rimanere per le strade.
A decine i primi cittadini intervenuti all’incontro organizzato in consiglio regionale dal presidente della commissione Bilancio, Candeloro Imbalzano. La rabbia è diffusa, il malcontento rischia di debordare. Pugliano prova a lenire l’ira dei sindaci occupando la scena per quasi un’ora ed elencando la serie di interventi che la Regione – a cui in questa settimana l’Ufficio per l’emergenza ambientale trasferirà tutti i poteri – ha programmato per uscire dall’impasse. «Per la Calabria – ha detto l’assessore – inizia la stagione ordinaria, un passaggio di consegne che non ha visto la Regione con le braccia conserte. È dal 2010 che chiediamo la fine del commissariamento, perché siamo convinti che una certa filosofia “impositiva” non possa funzionare, serve invece il confronto e la conciliazione».
La Regione ha pronto il suo piano per uscire dall’emergenza, a partire da una legge stralcio per il riordino del sistema e da altri strumenti normativi e finanziari che dovrebbero permettere di riportare la situazione alla normalità. Almeno, questo è quello che Pugliano spera. Ma le linee guida, da sole, potrebbero non bastare. Per questo l’assessore all’ambiente ribadisce che «senza i pagamenti degli oneri la Regione non potrà gestire questa fase».
Affermazione rivolta ai Comuni morosi che altro non è che il refrain della lettera inviata a inizio marzo a 210 sindaci calabresi, nella quale Pugliano minacciò il blocco dei trasferimenti regionali in caso del mancato pagamento degli arretrati relativi ai conferimenti dei rifiuti. Un diktat che mandò su tutte le furie gli amministratori e che anche oggi è stato accolto come un segno di arroganza. ?A interpretare il sentimento comune è il sindaco di Melicuccà, Emanuele Olivieri, per il quale quella lettera è stata «intempestiva e ingenerosa, perché poneva una minaccia mentre molti Comuni stanno per dichiarare dissesto proprio perché creditori nei confronti della Regione». ?Pugliano, comunque, sembra averne per tutti. Soprattutto per l’Ufficio commissariale, fino a ieri guidato da Vincenzo Speranza. «Ha utilizzato tutte le risorse – spiega -, costringendo la Regione ad anticipare 10 milioni di euro per la gestione degli impianti, mentre gli 80 milioni concessi per la raccolta differenziata non sono serviti a nulla». Ma, oltre alle accuse, il membro dell’esecutivo regionale ha anche affrontato questioni tecniche, sottolineando come «i gestori degli impianti continuano a farsi pagare sulla “pesa” in entrata. Dovrebbero invece essere retribuiti in base ai quantitativi che hanno saputo riciclare».
Senza dimenticare il nodo infrastrutturale. Pugliano spinge verso la creazione di un impianto tecnologico a Rende e sulla necessità di una nuova struttura per gli scarti di lavorazione: «Non possiamo mantenere i 7 impianti più quello di Rende senza una discarica di supporto». La proposta di legge per il riordino dell’intero sistema – ha aggiunto l’assessore – consentirà di creare i diversi ambiti provinciali guidati dall’assemblea dei sindaci, a cui sarà demandata l’organizzazione del ciclo dei rifiuti.
Le reazioni dei sindaci
Numerosi gli interventi dei sindaci, esasperati per una situazione divenuta ormai insostenibile. Tranchant la proposta del primo cittadino di Motta San Giovanni, secondo cui è ora di avviare «una class action per i milioni di euro spesi durante la fase commissariale». Per Paolo Laganà, affrontare l’emergenza come una questione finanziaria significherebbe comportarsi come in passato: «Vogliamo pagare i servizi, ma quelli che abbiamo effettivamente ricevuto. Non possiamo sborsare di più perché chi di dovere non ha saputo gestire il sistema».
Nella querelle si inserisce anche il commissario di Reggio Calabria Vincenzo Panìco, che ribadisce la necessità di «mettere da parte il passato» e trovare le vie d’uscita all’emergenza attraverso una nuova programmazione. A partire dalla convocazione di «tavoli permanenti con tutti i soggetti interessati» e il ripristino di turni aggiuntivi per i conferimenti: «Non dobbiamo perdere un solo minuto per agire e tentare la ripresa immediata dell’attività degli impianti». Disamina sottoscritta anche da Pietro Crinò, sindaco di Casignana, per il quale è fondamentale «mettere a regime gli impianti di Sambatello, Gioia Tauro e Siderno».
«Servono risposte immediate – ha detto il sindaco di Villa San Giovanni, Rocco La Valle -, non ci interessa più quello che è successo in passato. Abbiamo i rifiuti in mezzo alla strada mentre gli impianti siano pieni di rifiuti già lavorati e pronti a uscire. Bisogna ripristinare subito la turnistica del passato».
Quasi una supplica, invece, da parte dell’assessore all’Ambiente del Comune di Bovalino: «Siamo disperati, ci vergogniamo a uscire per strada. Aiutateci a ripulire i paesi e ad accogliere quei pochi turisti che ancora scelgono di passare le vacanze da noi».
La proposta
Per il presidente della Provincia di Reggio, Peppe Raffa, «la fase commissariale non ha dato i risultati sperati. Ci sforziamo di parlare di rilancio del turismo, ma qualsiasi ipotesi di sviluppo deve passare dalla risoluzione di questi problemi». L’ex sindaco della città dello Stretto ha avanzato la sua personale proposta a Pugliano, riassunta in pochi punti: creazione di un Ato unico regionale, potenziamento della discarica di Sambatello, riqualificazione degli impianti per aumentare le quantità di conferimento. Senza dimenticare la sensibilizzazione per la raccolta differenziata, da gestire attraverso l’aggregazione di più Comuni. Interventi che – secondo Raffa – potrebbero abbattere la tassazione del 27%.
Adesso, dopo 15 anni di commissariamento, la palla passa alla Regione. E i sindaci sperano che l’assessore Pugliano sia pronto. Lui intanto si affida al trascendente: «Per il resto, non resta che affidarsi a Cristo».
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