Quando Majorana fu segnalato a Catanzaro
C`è anche un po` di Calabria nell`aura di mistero che avvolge la scomparsa di Ettore Majorana, il fisico siciliano che fece parte del gruppo di scienziati che collaborarono alla scoperta della bomba…

C`è anche un po` di Calabria nell`aura di mistero che avvolge la scomparsa di Ettore Majorana, il fisico siciliano che fece parte del gruppo di scienziati che collaborarono alla scoperta della bomba atomica. In un libro in uscita per Editori Internazionali Riuniti dal titolo “Ettore Majorana, lo scomparso”, Stefano Roncoroni – parente del siciliano nato nel 1906 ma sulla cui data di morte esistono più versioni – rivela che nel 1938 lo scienziato fu segnalato a Catanzaro. In un`intervista rilasciata oggi a Repubblica, Roncoroni, 73enne famoso per una lunga carriera di critico cinematografico e regista televisivo, racconta come «mio nonno materno Oliviero Savini Nicci annota nel suo diario di un improvviso viaggio in macchina nell`ottobre del 1938 di mio padre e Salvatore (fratello maggiore di Ettore, ndr) fino a un vallone vicino Catanzaro dove è stata segnalata la presenza di Ettore. Se già non è agevole oggi – ironizza Roncoroni con il giornalista Luca Fraioli –, si può immaginare quanto fosse complicato andare e tornare dalla Calabria sulle strade italiane del 1938. Dovevano avere un buon motivo per mettersi in cammino, anche se nelle carte di mio nonno quel viaggio non è definito risolutivo».
Roncoroni – si legge nell`articolo –, figlio di una cugina di primo grado del fisico, «dal 1962 ha avuto accesso ai documenti familiari relativi alla scomparsa di Ettore e alle testimonianze dirette dei parenti che parteciparono alle ricerche». E oggi scrive che lo scoprì il fratello Salvatore nel marzo del 1939 (esattamente un anno dopo la scomparsa) ma tutti rispettarono l`impegno preso: il silenzio. Un «patto» che Roncoroni ha rispettato fino a quando sono rimasti in vita i suoi familiari che lo avevano stretto.
Il 25 marzo del 1938 Majorana, uno dei celebri “ragazzi di via Panisperna” guidati da Enrico Fermi, era partito in piroscafo da Napoli diretto a Palermo; l`ultima lettera è del giorno dopo, poi se ne persero le tracce. Si parlò di suicidio, mentre altri ipotizzarono che si fosse nascosto (secondo il famoso libro di Sciascia “La scomparsa di Majorana” si rifugiò in un`abbazia certosina) o che fosse fuggito in Germania o in Argentina. Secondo un gesuita morì nel 1939. Questo nuovo libro contribuisce ad alimentare un mito che sa anche di mistero, un giallo a cui – secondo Roncoroni – si porrà fine solo «quando il Vaticano aprirà gli archivi sul pontificato di Pio XII». (0070)