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«Piano di rientro, Scopelliti va revocato»

COSENZA «Scopelliti può essere revocato. Anzi, deve». Questa volta, la denuncia di Carlo Guccione sulla sanità è più tecnica che politica. Spiega, il consigliere regionale del Pd, che i motivi per re…

Pubblicato il: 04/04/2013 – 19:29
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«Piano di rientro, Scopelliti va revocato»

COSENZA «Scopelliti può essere revocato. Anzi, deve». Questa volta, la denuncia di Carlo Guccione sulla sanità è più tecnica che politica. Spiega, il consigliere regionale del Pd, che i motivi per reclamare un altro commissario per il Piano di rientro sono almeno tre. E tutti inseriti in una legge nazionale: «Il commissario non ha raggiunto gli obiettivi fissati nel Piano; i rilievi del Tavolo sono puntuali e riscontrabili, dopo ogni riunione e, per due anni consecutivi, l’Irpef per i cittadini calabresi è al livello massimo». Verificate queste tre condizioni, conclude Guccione, «speriamo che si affidi il futuro sanitario della Calabria a qualcuno veramente capace di agire, nei fatti e non con provvedimenti virtuali che non trovano riscontro nelle condizioni di vita registrate nelle strutture sanitarie». Guccione e Franco Laratta, ex deputato dei Democratici, hanno visto, ascoltato e documentato queste condizioni. Lo fanno da un paio d’anni. Hanno presentato anche due esposti, alle Procure di Castrovillari e Rossano: «Documentati, dettagliati, con tanto di nomi e cognomi – dice Laratta – ma per il momento i magistrati non hanno ritenuto di intervenire». Sono queste esperienze a riempire di senso l’appuntamento cosentino con “La meglio sanità calabrese”. I toni trionfalistici del centrodestra smentiti punto per punto. Da Laratta, ancora: «Si spende di meno? Certo, perché i cittadini si curano di meno. Anche perché non ci sono più posti in cui potersi curare, mentre la Regione è molto concentrata sulle inaugurazioni di reparti presunti, tutte da sfruttare per fini elettorali».

La bocciatura delle politiche di questi tre anni di commissariamento  continua nelle parole di Franco Boncompagni, responsabile del Pd per la sanità: «I risultati sono desolanti: le strutture territoriali si sono impoverite, i posti letto sono diminuiti in maniera drammatica, i territori non sono tutti “curati” allo stesso modo. E il diritto alle cure è andato a farsi benedire. Intanto, i nuovi reparti ripropongono le vecchie emergenze. Come il Dea di Cosenza, sottoposto a una pressione incredibile a poche settimane dalla sua apertura». Nulla sembra essere cambiato, se non in peggio. Lo dice anche Mario Marino, segretario regionale della Cisl medici, che propone un po’ di autocritica: «Non ci siamo fatti sentire abbastanza sul Piano di rientro, anche se le relazioni sindacali sono state inesistenti. Con Scopelliti quasi non si riesce a dialogare, tanto vive in uno stato di permanente campagna elettorale». Ennesima prova, secondo Mimma Iannello, della segreteria regionale della Cgil, «la difesa d’ufficio del governatore-commissario dopo la puntata di Presa Diretta che ha mostrato l’emergenza calabrese. Un atteggiamento patetico: chi vuole bene alla sanità non fa di tutto per nasconderne i mali. Scopelliti dovrebbe abbandonare quelle logiche di propaganda che ci hanno fatto perdere un anno all’atto del suo insediamento come commissario: il suo unico pensiero era quello di ripetere che aveva ereditato una situazione difficile».

Sulle condizioni difficili degli operatori sanitari si è soffermato, invece, Franco Corbelli: «Alcuni medici del Pronto soccorso di Cosenza sono eroici per quello che fanno ogni giorno. E la Regione li abbandona, così come fa con i malati. Dovrebbe, invece, pensare all’istituzione del Garante della Salute. È una proposta che giace inascoltata da anni e sarebbe a costo zero per le casse pubbliche, mentre potrebbe fornire un’utile struttura di supporto, pronta ad ascoltare e segnalare le esigenze dei malati». Ma il Garante della Salute in Calabria non c’è. C’è quello per l’attività venatoria. E non è neanche a costo zero. (0020)

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