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Dubbi sul testo della Regione che affida gli incarichi dirigenziali

CATANZARO Qualcosa non torna e la sensazione è quella di trovarsi davanti all`ennesimo scivolone istituzionale della maggioranza che governa la Regione. Riassumendo: la giunta guidata da Peppe Scop…

Pubblicato il: 09/04/2013 – 15:44
Dubbi sul testo della Regione che affida gli incarichi dirigenziali

CATANZARO Qualcosa non torna e la sensazione è quella di trovarsi davanti all`ennesimo scivolone istituzionale della maggioranza che governa la Regione. Riassumendo: la giunta guidata da Peppe Scopelliti, su proposta dell’assessore al Personale Mimmo Tallini, ha approvato e pubblicato (sul sito ufficiale di Palazzo Alemanni è possibile rintracciare la delibera) le direttive utili a regolare le modalità di conferimento, mutamento e revoca degli incarichi di funzione dirigenziale.
Già qui sorge il primo dubbio perché la qualificazione di “direttive”, al posto dei classici “regolamenti”, potrebbe essere stata attribuita per sottrarre la delibera di giunta alle procedure e ai controlli previsti per la formazione degli atti aventi valenza normativa. Non è una questione per giuristi dal palato fine ma, al contrario, investe questioni fondamentali. Spiega, infatti, un autorevole giurista da noi interpellato: «La fretta con cui la giunta ha assunto le sue decisioni è determinata dalla necessità di predisporre uno strumento che, per quanto illegittimo, consenta, nelle more di un eventuale ricorso, di continuare a procedere illecitamente alla nomina, in particolare dei dirigenti generali, tutti prossimi a scadenza. La delibera diviene un alibi a cui ricorrere quale eventuale causa di esclusione di responsabilità penale».
Non bastasse, ecco un altro punto quantomeno poco chiaro. Le direttive violano le disposizioni vigenti previste dalla riforma Brunetta che regolano le modalità di nomina dei dirigenti della pubblica amministrazione. «Il presidente della giunta regionale – continua il giurista da noi contattato – si arroga un potere del tutto discrezionale nella scelta dei dirigenti prescindendo da ogni valutazione comparativa che deve essere, ovviamente, alla base di ogni procedura selettiva effettuata nell’interesse della pubblica amministrazione. Dirigenti ad uso e consumo, insomma».
Da parte sua, il governatore fonda la sua scelta «sulla sua personale rappresentazione della figura del dirigente da individuare in base alla connotazione che lo stesso presidente intende attribuire al ruolo da svolgere». Nessun riferimento viene fatto, invece, ai limiti per il ricorso agli incarichi esterni previsti dalle leggi anche al fine di contenere la spesa. «Osano addirittura sostenere – conclude l`esperto di diritto amministrativo – che detti limiti non si applicano alla Regioni. Si ricorrerà, certo, ma nel frattempo si consumeranno i provvedimenti di nomina di tutti i dirigenti generali e non, esterni». (0030)

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