SUICIDIO ASSISTITO | Gli avvocati ricordano D`Amico
Il Consiglio dell`Ordine degli avvocati di Catanzaro ha ricordato con tre minuti di silenzio Pietro D`Amico, l`ex procuratore generale aggiunto di Catanzaro, morto in una clinica di Basilea, in Svizz…

Il Consiglio dell`Ordine degli avvocati di Catanzaro ha ricordato con tre minuti di silenzio Pietro D`Amico, l`ex procuratore generale aggiunto di Catanzaro, morto in una clinica di Basilea, in Svizzera, dove gli è stato praticato il suicidio assistito. L`organismo, presieduto da Giuseppe Iannello, riunitosi in seduta straordinaria e urgente, ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa del magistrato. Iannello ha sottolineato «le doti di elevata professionalità, di raffinata cultura, di assoluta onestà materiale ed intellettuale, di equanimità e soprattutto di galantomismo di D`Amico. Durante tutto il corso della sua attività professionale qui a Catanzaro, dapprima quale giudice presso il delicatissimo ufficio delle esecuzioni e dei fallimenti e poi alla Procura generale pur non deflettendo dalla puntuale e precisa applicazione della norma astratta ai casi concreti, cercò tuttavia di trattare questi ultimi con quella umanità e comprensione che tutti gli riconoscevano, anche quando (ed era circostanza non infrequente) la decisione era rigorosamente negativa».
«La serietà, l`onestà e la lealtà che connotavano la condotta di D`Amico – ha detto ancora Iannello – avevano creato tra lui e il foro di Catanzaro un rapporto di reciproca cordialità e stima che si reiterava giorno per giorno nelle aule di giustizia. E il foro oggi piange nell`estinto un amico: un amico nel senso ciceroniano del termine. Una nefanda accusa, rivelatasi poi del tutto infondata stravolse e sovvertì, a riprova della sua onestà e della rigorosità dell`impostazione di vita, l`animo e il carattere di D`Amico. Spingendolo, preso
dal vortice della depressione, dapprima ad un silenzioso e discreto distacco dagli amici, che pure continuavano, ma invano, a cercarlo, sicuri della sua estraneità ai fatti oggetto dell`indagine che lo aveva toccato; poi dalla magistratura che egli, onorandola, aveva incarnato con scienza, probità ed onestà; infine, in circostanze che raccapricciano, dalla stessa vita. Silenziosamente, quasi col sorriso sulle labbra». (0080)