«La Regione porti Tec-Veolia in tribunale»
«Una “illegalità legalizzata” nel sistema delle discariche in Calabria, con le società private a gestire gli impianti senza alcun controllo, se non quello della magistratura che ha avviato sull`inter…

«Una “illegalità legalizzata” nel sistema delle discariche in Calabria, con le società private a gestire gli impianti senza alcun controllo, se non quello della magistratura che ha avviato sull`intero territorio regionale una serie di inchieste a raffica». E` quanto si afferma in una nota di Legambiente Calabria che parla di «bilancio disastroso di un quindicennio di commissariamento, un fallimento denunciato puntualmente e ripetutamente nel corso degli anni».
«Una posizione – prosegue la nota – che trova adesso il consenso degli esponenti dell`amministrazione regionale e che apre necessariamente la strada verso un contenzioso giudiziario che risarcisca i cittadini calabresi. Con il ritorno dei pieni poteri nella gestione dei rifiuti in capo alla Regione, sulla questione è intervenuto ieri l`assessore regionale all`Ambiente Francesco Pugliano, che ha sottolineato come “il sistema dei rifiuti è al collasso”. Particolarmente gravi sono inoltre le dichiarazioni del dirigente generale del dipartimento Ambiente Bruno Gualtieri, secondo il quale esistono in Calabria impianti che “non hanno nemmeno le autorizzazioni Aia”, mentre “non viene prodotto nemmeno il cdr che ci permetterebbe un grosso risparmio, per la mancata vigilanza su TecVeolia. E nessuno ha controllato. Per stiamo facendo la rescissione del contratto, nessuno lo aveva fatto prima, in danno nei confronti della società che ha lasciato la Calabria».
«Nell`interesse dei cittadini calabresi, a Pugliano e Gualtieri – è scritto ancora nella nota – chiediamo chiarimenti: quanti e quali sarebbero gli impianti in funzione senza l`Autorizzazione integrata ambientale (Aia)? Tra queste rientra, come pare, la discarica di Pianopoli gestita dalla società Daneco? Nel rilevare la mancata vigilanza su TecVeolia, che ha prodotto un danno evidente nella gestione del sistema rifiuti, non si ritiene doveroso adire le vie legali, oltre che prendere atto dell`abbandono della società procedendo alla rescissione del contratto?».
«Sin da ora Legambiente Calabria – dichiara Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria – sosterrà l`avvio di un`azione giudiziaria che restituisca dignità ai calabresi, e si costituirà parte civile in un eventuale processo». Per Falcone «non servono nuovi inceneritori, ma occorre puntare tutto sulla differenziata spinta. Nell`ottica della partecipazione, Legambiente Calabria ha promosso da tempo un giro di consultazioni tra gli ambientalisti, le associazioni, i movimenti, i sindacati, le organizzazioni datoriali e le istituzioni, in vista della redazione di un piano dei rifiuti condiviso e che non commetta gli errori del passato».