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La Cgil insorge: no alle trivellazioni in Calabria

CATANZARO «Mentre l`Ue dà indicazioni nette e perentorie nella strategia conosciuta come “Europa 2020”, affermando di voler sostenere la transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio i…

Pubblicato il: 20/06/2013 – 11:26
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La Cgil insorge: no alle trivellazioni in Calabria

CATANZARO «Mentre l`Ue dà indicazioni nette e perentorie nella strategia conosciuta come “Europa 2020”, affermando di voler sostenere la transizione verso una economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori e a ciò vincola anche gli obiettivi per la programmazione dei fondi 2014-2020, il nostro Paese declina in maniera assurda e anomala questa strategia consentendo o apprestandosi a consentire trivellazioni alla ricerca di petrolio, di gas in aree come il golfo di Taranto e lo Ionio calabrese, già fortemente segnate da gravi problemi ambientali, in assenza di alcun interesse pubblico e di rispetto del bene comune, a solo vantaggio delle multinazionali candidate».
È quanto si afferma in un comunicato della segreteria regionale della Cgil. «La verità è che la strategia energetica nazionale (Sen) – prosegue la nota – lungi dall`essere un vero piano energetico nazionale, individua in molte aree del Mezzogiorno e della Calabria i luoghi per uno sfruttamento inaccettabile, affastellando diverse cose e rinunciando a quella pianificazione richiesta e necessaria sulla impiantistica e le reti, veri nodi irrisolti, nonché trascurando di sostenere la ricerca e l`innovazione tecnologica indispensabile per uscire dalla dipendenza dalle fonti fossili. Tale ipotesi è ancora di più anomala e inaccettabile dal punto di vista delle popolazioni meridionali e calabresi che, in materia di produzione energetica, non solo da fonti rinnovabili, hanno offerto ed offrono le migliori performance produttive dell`intero Paese, in molti casi senza un reale beneficio né economico né sociale per il territorio, le imprese, i lavoratori ed i cittadini residenti. A tal proposito basta leggere i dati sulla produzione energetica per constatare che la Calabria, ad esempio con le fonti rinnovabili, pagando costi altissimi in materia di impatto ambientale, è in netto vantaggio, quasi il doppio, nel 2010 il 29% a fronte del 16,7%, rispetto alla media nazionale».
«Dovessero essere autorizzate le trivellazioni – prosegue la nota – sarebbe oltremodo negativo l`impatto su settori strategici e fondamentali come il turismo, la pesca, l`itticoltura, meritevoli questi sì di incentivi e sostegno anche per il loro forte impatto occupazionale, nonché di imprevedibile misurazione sui fenomeni di erosione costiera, squilibrio dell`ecosistema marino e quant`altro. Per queste ragioni la Cgil calabrese chiede al governo nazionale di sospendere ogni autorizzazione in ipotesi e di convocare immediatamente un tavolo nazionale di confronto istituzionale, sociale ed economico tenendo conto delle forti e condivise contrarietà già manifestate dal sistema istituzionale locale e dalle forze sociali. Al presidente Scopelliti chiediamo la convocazione urgente di una riunione di giunta aperta alle parti economico, sociali, istituzionali interessate, nella quale, partendo dal valore dell`odg  numero 97 votato all`unanimità dal consiglio regionale, affronti il tema della strategia energetica regionale dentro un quadro di nuova pianificazione energetica, ambientale ed industriale, da troppo tempo  rivendicata e disattesa, per raccordarla al servizio di una prospettiva di crescita dell`economia regionale nel rispetto e nella salvaguardia delle sue risorse naturali e paesaggistiche, coerente con un modello di sviluppo sostenibile e durevole». (0040)

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