Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:40
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 5 minuti
Cambia colore:
 

Mazzette a Palazzo San Giorgio, l`Appello conferma le condanne

REGGIO CALABRIA È una sostanziale conferma dell’impianto accusatorio quella che arriva dalla sentenza emessa dalla Corte d’appello di Reggio Calabria al termine del secondo grado del processo Urbanis…

Pubblicato il: 28/06/2013 – 19:35
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Mazzette a Palazzo San Giorgio,  l`Appello conferma le condanne

REGGIO CALABRIA È una sostanziale conferma dell’impianto accusatorio quella che arriva dalla sentenza emessa dalla Corte d’appello di Reggio Calabria al termine del secondo grado del processo Urbanistica, il procedimento scaturito dall’inchiesta che avrebbe scoperchiato il sistema di “mazzette” all`interno di alcuni uffici del Comune di Reggio Calabria. Nonostante alcune lievi riduzioni di pena, anche in secondo grado la Corte, presieduta da Rosalia Gaeta, con Adriana Costabile e Giuliana Campagna a latere, ha inflitto condanne dure per funzionari e tecnici del Comune accusati dello «sconcertante spaccato di illegalità diffusa nella Pubblica amministrazione reggina», fotografato dall’indagine della Mobile.
Nonostante l’assoluzione da alcuni capi di imputazione, è solo di pochi mesi minore agli 8 anni rimediati in primo grado, la condanna inflitta a Giuseppe Melchini, dirigente presso l`ufficio Programmazione dell`assessorato ai Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria,  secondo i pm «dominus assoluto nelle pratiche illecite di edilizia privata» e per questo condannato a 7 anni e 8 mesi. Tutte confermate invece le pene per gli altri tecnici e funzionari riconosciuti colpevoli di aver utilizzato il settore Urbanistica del Comune a scopo di personalissimo profitto: dovrà dunque scontare sei anni e sei mesi di carcere Pasquale D`Ascoli, istruttore tecnico presso il settore Edilizia privata dell`ufficio Urbanistica del Comune di Reggio Calabria, mentre è stata confermata la condanna a  sei anni di detenzione all`architetto Carmelo Lo Re.
Rimane invariata anche la pena inflitta a Francesco Calì, condannato a 5 anni e sei mesi, mentre beneficiano di una lieve riduzione Demetrio Artuso – uno dei personaggi centrali dell`indagine – condannato a 5 anni, uno in meno di quanto rimediato in primo grado e Giovanni Tornatola, che dovrà scontare solo 4 anni, rispetto ai 5 inflitti in prima istanza, ma che soprattutto si vede revocare revocando l`interdizione legale e quella perpetua dai pubblici uffici, rideterminata a soli 5 anni. Grazie all’assoluzione da alcuni capi di imputazione, termina con una condanna a 2 anni con pena sospesa – i primo grado gliene erano stati inflitti 3 –  il processo a carico di Marilena Mastrandrea, mentre ad Antonio Smeraldo, condannato  in prima istanza a due anni, la Corte ha concesso la sospensione condizionale della pena. I giudici hanno infine dichiarato il non doversi procedere nei confronti di Pietro Paolo Condò per prescrizione.
Anche per i giudici di secondo grado sono tutti a vario titolo parte integrante di quella lobby – riconosciuta anche processualmente come associazione – che aveva trasformato l`attività di gestione degli uffici tecnici del Comune di Reggio Calabria in «una famelica opportunità di guadagno» per un ristretto gruppo di potere, come già sottolineato dal Gip Kate Tassone, che oltre due anni fa ha firmato l`ordinanza di custodia cautelare in carcere. Un “sistema” che, a dire dell`accusa sarebbe stato basato sostanzialmente su tre punti: la gestione dell`attività di Melchini in maniera “para-istituzionale”, l`esistenza di sottogruppi di interesse, anche contrapposti, e l`individuazione di ostacoli nei soggetti che, invece, tentavano di mantenere almeno una parvenza di legalità. 
Elementi che si ritrovano anche nelle quasi cinquecento pagine di motivazioni che il collegio presiduto da Olga Tarzia ha depositato a sostegno della durissima sentenza emessa. «Le intercettazioni, in modo plastico, senza necessità di ricorrere a  particolari interpretazioni – si legge – fornivano prova diretta di quanto ipotizzato dando forza all`ipotesi dell`esistenza una struttura organizzata composta dai vertici dell`ufficio urbanistica, diretto e coordinato dal Melchini, e dipendenti, unitamente a professionisti esterni, adeguatamente “sponsorizzati” da questi ultimi per veicolare gli incarichi, ed in grado pertanto di pilotare l`intero iter relativo al rilascio delle concessioni edilizie, di condoni, previa formazione, in alcuni casi, di titoli di proprietà dubbi, di certificati falsi, confezionando pratiche apparentemente legali: il tutto previo pagamento di somme di denaro».
Un “lucroso sistema” – sottolinea il presidente Tarzia – «oramai ben collaudato e fondato sul coinvolgimento, anche alternativo, di una pluralità di soggetti che avrebbe continuato a funzionare, ove non fosse sopraggiunto l`intervento dell`autorità giudiziaria, per un periodo ulteriore, così garantendo ai suoi gestori la percezione di  profitti sempre maggiori; nessun dubbio può dunque essere coltivato in relazione alla sussistenza dell`elemento della stabilità del “pactum sceleris”, siglato in vista della commissione di una serie indeterminata di delitti nell`ambito della pubblica amministrazione».
In origine, è stata una segnalazione anonima relativa a un fabbricato abusivo a far partire l’indagine della Mobile che – a partire dal 2008 – si è intrecciata con i lavori della commissione d`indagine presieduta da Nuccio Barillà che il consiglio comunale ha istituito anche dopo le denunce dell`allora presidente dell’assemblea, Aurelio Chizzoniti. Ma se i lavori di quella commissione si sono conclusi all’epoca solo con il trasferimento ad altra mansione di Melchini – casuale e non relazionato alla questione, stando ad alcuni testimoni sentiti nel corso del dibattimento – l’inchiesta della Procura reggina è andata ben oltre, accertando delitti che finiranno – assieme a tanti altri – nella corposa relazione finale elaborata dalla commissione d’accesso, in base alla quale è stato chiesto e ottenuto lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria. (0090)

Argomenti
Categorie collegate

x

x