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Operazione "Centrans", luce su fallimenti "truccati"

Portavano alla decozione rilevanti società operanti su scala nazionale ed europea nel settore dell`autotrasporto, conservando il controllo degli asset aziendali grazie a vorticose ed illecite operazi…

Pubblicato il: 10/07/2013 – 13:06
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Operazione "Centrans", luce su fallimenti "truccati"
Portavano alla decozione rilevanti società operanti su scala nazionale ed europea nel settore dell`autotrasporto, conservando il controllo degli asset aziendali grazie a vorticose ed illecite operazioni disuccessioni societarie e con una tenuta delle scritture e dei libri contabili tale da non rendere possibile la ricostruzione delle reali dinamiche d`impresa, garantendo di fatto un`illecita continuità aziendale. E` questa l’accusa contestata dalla Procura di Reggio Calabria a cinque persone sottoposte a fermo stamani dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria che hanno anche sequestrato beni per 25 milioni. L`inchiesta, coordinata dal procuratore di Reggio Federico Cafiero de Raho e diretta dal procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e dal pm Stefano Musolino, ha preso il via dal fallimento di quattro società, tutte con sede legale a Reggio: Centrans (da cui prende il nome l`operazione), Emanuela Trasporti, Centrans Logistic e Autotrasporti Priula. Dalle indagini è emerso che dalle società condotte in decozione sono state realizzate altre società, la Eredi Favaretto Mario (fallita), la Fremvi trasporti (interessata da procedura fallimentare), la Stl Scopelliti Trasporti logistica e la Vapi. In tal modo gli indagati si garantivano, di fatto, un`illecita continuità aziendale grazie alle società con sede a Reggio Calabria, tutte collegate. Per far ciò gli indagati hanno portato a termine una serie di vendite e locazioni fittizie di beni strumentali e cessioni mezzi in leasing, con lo scopo di impedire ai terzi qualunque azione creditizia e di sottrarre il patrimonio aziendale alla massa fallimentare. Inoltre, secondo l`accusa, sono stati alterati i bilanci attraverso quello che è stato definito un vero e proprio “doping amministrativo” ed è stato trasferito a Parma il centro di interessi degli indagati per ostacolare gli accertamenti. I fermati sono Antonino Cento, di 71 anni, Angela Priolo (55), Giuseppe Suraci (47), Giuseppe Bellantone (61), bloccati tutti a Parma, e Giuseppe D`Ordo (56). Nel corso dell`operazione, i finanzieri hanno sequestrato tre società, la Fremvi, la Stl Scopelliti e la Vapi, oltre a immobili nei confronti della Centras e della Riviera Immobiliare. Tra gli indagati figurano Rocco Musolino (86), noto imprenditore legnario dell`Aspromonte conosciuto come il “re della montagna”, Alessandro Suraci (24), Francesco Cento (36), Vincenzo Cento (30), Emanuela Francesca Cento (34), Pietro Scopelliti (53), attualmente detenuto con l`accusa di favoreggiamento della latitanza del boss della `ndrangheta Antonio Pelle, alias “Gambazza”, Giuseppe Pangallo (50) e Caterina D`Agostino (41). Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fallimentari e tributari.
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