Oggettistica, cene e tecnologia Le passioni "rimborsate" dei consiglieri
REGGIO CALABRIA È di 146 pagine la nota della Guardia di finanza che la Procura della Repubblica di Reggio ha trasmesso alla Corte dei conti di Catanzaro in merito all`inchiesta sui rimborsi elettora…

REGGIO CALABRIA È di 146 pagine la nota della Guardia di finanza che la Procura della Repubblica di Reggio ha trasmesso alla Corte dei conti di Catanzaro in merito all`inchiesta sui rimborsi elettorali dei consiglieri regionali della Calabria.
Mentre il procuratore aggiunto Ottavio Sferlazza e il sostituto Matteo Centini stanno valutando i profili penali dei politici calabresi indagati, la magistratura contabile dovrà verificare se ci sono state anomalie sulla gestione del denaro pubblico rimborsato ai gruppi politici di Palazzo Campanella.
Si tratta di una relazione dettagliata attraverso la quale il nucleo operativo delle fiamme gialle svela, per la prima volta, come hanno agito i consiglieri coinvolti nell`inchiesta “Rimborsopoli”. Dalla lettura degli atti acquisiti a dicembre, nel corso della perquisizione alla sede della massima assise regionale, gli esponenti politici si sarebbero fatti rimborsare di tutto: dai singoli caffè ai gratta e vinci. Ma c`è anche chi avrebbe pagato con i soldi del consiglio e dei gruppi consiliari le spese di carburante, le consulenze, gli affitti, le collaborazioni, le cene, i gioielli, i fiori, le tasse, i viaggi e i taxi. E ancora: batterie, ventilatore, ipad, telefonini, ricariche cellulari, la spesa per la famiglia, set di valigie.
Leggendo l`informativa, sembrerebbe che al consiglio regionale si sarebbe svolta una vera e propria gara tra chi possedesse più scontrini o ricevute da farsi rimborsare.
Ai primi posti c`è sicuramente l`ex capogruppo della lista “Scopelliti presidente” Giovanni Bilardi che, da solo, nel 2012 (prima di essere eletto al Parlamento) ha percepito 214mila e 121 euro di rimborsi spese, di cui circa 17mila solo per «oggettistica di rappresentanza», sempre nello stesso negozio “Scopelliti 1887 Srl”.
Ma se i soldi ci sono perché non pagarci anche le cartelle dell`Agenzia delle entrate? Ecco quindi che il neo senatore il 5 e il 9 maggio 2012 si sarebbe fatto rimborsare rispettivamente 1.245 euro e 1.430 euro per il pagamento dei relativi modelli F24. E se il set valige da 1.200 euro è una spesa indispensabile, lo sarebbero ancora di più le consulenze pagate a un avvocato per una parcella da 4.680 euro, l`acquisto di una stampante canon da 767 euro o un Iphone 4S da 655 euro. Non di meno sarebbero da rimborsare anche vari pernottamenti, un “giro pizza” a «Villa Lermar» da 660 euro e l`acquisto di gioielli per circa 7mila euro.
Un articolo molto caro al senatore Bilardi visto che avrebbe trovato sempre chi l`avrebbe acquistato per lui. Quello che non sarebbe riuscito a comprare direttamente (e a farsi rimborsare), lo avrebbe fatto attraverso il suo collaboratore e autista Carmelo Trapani. Secondo l`informativa delle fiamme gialle, il fido collaboratore si sarebbe fatto rimborsare, tra le tante cose, circa 3.600 euro di giornali, pranzi e dolci vari. Ma anche l`acquisto di fiori, di un «armadio battente» da 210 euro, di capi d`abbigliamento, come anche la oggetti in pelle, qualche viaggio, un telefonino Samsung da 200 euro. E per non farsi mancare nulla anche l`abbonamento Sky e 10 foulard da 700 euro.
Sarebbe addirittura di 14.500 euro, invece, una singola fattura pagata alla “Arti grafiche Liriti Srl” (per materiale di cancelleria) che sarebbe stata rimborsata al capogruppo del Pdl Luigi Fedele. Lo stesso che il 28 gennaio 2012 avrebbe pagato – facendoselo rimborsare – un conto da 3.800 euro per una cena offerta a 95 persone alla «Tavernetta di Pietro Lecce». Nella lista dei rimborsi ci sono un`infinità di pranzi e cene in molte trattorie e ristoranti di Reggio e provincia. Per due volte, inoltre, il consigliere Fedele avrebbe mangiato anche al ristorante “Le Macine”, a Sant`Eufemia d`Aspromonte, di proprietà di suo figlio. Il 16 dicembre «30 pasti a prezzo fisso» sarebbero costati 1.200 euro. Un vero e proprio affare rispetto ai prezzi di gennaio quando, nello stesso locale, una sola «cena conviviale» sarebbe costata 1.800 euro. Ovviamente anche questi sarebbero stati rimborsati con soldi pubblici. E poi viaggi, pernottamenti, taxi, pulman – quest`ultimi sarebbero stati affittati dall`Atam per accompagnare 20 persone a Camigliatello –, manifestazioni sportive che sarebbero state ripagate per un ammontare di 5.200 euro.
In rimborsi al gruppo del Pdl sarebbero finiti anche le parcelle per la pubblicazioni nei tre quotidiani regionali che sarebbero costate, nell`aprile 2012, circa 3.400 euro. Senza dimenticare i rimborsi per l`acquisto di veri e propri volumi dedicati a chi non ha dimestichezza con la cartina geografica e non sa dove si trova la nostra regione: come “Calabria Mediterraneo sconosciuto” che sarebbe costato 10mila 890 euro. Mentre le «cartelle d`arte: “Alla ricerca della Calabria”» sarebbero state rimborsate per un totale di 11.495 euro. Inoltre il capogruppo del Popolo delle libertà si sarebbe fatto restituire 22mila euro pagati alla società “Artemis”.
Dalla ricostruzione effettuata dalla Guardia di finanza, emerge che i più originali nel farsi risarcire le spese sostenute per l`attività politica sono stati il consigliere di “Insieme per la Calabria”, Giulio Serra – che, con i soldi del gruppo, si sarebbe fatto rimborsare undici rate della macchina alla “Volkswagen bank” (circa 700 euro a rata) – e il capogruppo dell`Udc Alfonso Dattolo. A lui il primato perché si sarebbe fatto rimborsare anche gli acquisti di detersivi. (0090)