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Sbloccare i fondi pubblici disponibili e non utilizzati

Nel recente rapporto della Banca d’Italia e nel rapporto sull’economia provinciale di Assindustria Cosenza presentato qualche giorno fa sono riportati dati estremamente allarmanti sull’economia reg…

Pubblicato il: 12/07/2013 – 19:29
Sbloccare  i fondi pubblici  disponibili  e non utilizzati

Nel recente rapporto della Banca d’Italia e nel rapporto sull’economia provinciale di Assindustria Cosenza presentato qualche giorno fa sono riportati dati estremamente allarmanti sull’economia regionale, che  richiedono interventi urgenti ed eccezionali.
La crisi e le misure di eccessiva austerità hanno avuto un impatto negativo soprattutto sul settore delle costruzioni, che in un anno ha perso in Calabria il 25% degli occupati, e nel settore manifatturiero, dove si è registrata una riduzione di oltre il 14% degli occupati.
Le persone in cerca di occupazione nel 2012 sono aumentati del 61%.
È da sottolineare che dalle previsioni 2013 diffuse qualche giorno fa dal Fondo Monetario Internazionale l’Italia è risultata in testa alla classifica dei Paesi più industrializzati con il tasso di crescita del Pil negativo, con un -1,8%, seguita dalla Spagna con -1,6%. La crescita piu’ alta del Pil è invece prevista in Cina, con +7,8%, in India, in Messico, in Brasile e Russia.
Tra i Paesi europei nessuno supera la crescita dell’1%, visto che in Gran Bretagna è prevista una crescita dello 0,9% e in Germania dello 0,3%.
Sorgono pertanto forti dubbi sulla politiche di eccessiva austerità in periodo di crisi seguite finora, da tempo contestate con forza dagli economisti keynesiani, per cui c’è necessità di una modifica delle politiche economiche europee e nazionali.
In questo contesto per quanto riguarda il Mezzogiorno colpiscono i dati della Banca d’Italia sulla modesta capacità di spesa delle regioni dell’obiettivo convergenza, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia.
In relazione al Por 2007/2013 la spesa media certificata al 31 dicembre 2012 è stata nelle 4 regioni pari al 25,7% per il Por/Fers e al 37,9% per il Por/Fse.
La Calabria secondo la Banca d’Italia ha registrato una spesa inferiore alla media meridionale per il Por/Fers, superando un quinto della dotazione disponibile, e il 40% di quella del  Por/Fers, superando la media europea e raggiungendo comunque i target previsti per non incorrere nella procedura di disimpegno automatico.
Appare evidente pertanto che non è più rinviabile uno sforzo straordinario per aumentare la capacità delle spesa delle Regioni, ma anche di tutte le altre Amministrazioni pubbliche.
Al riguardo nel convegno organizzato dai Parlamentari del Pd l’8 luglio a Cosenza, sul protagonismo delle imprese e delle amministrazioni locali, l’on. Angelo Rughetti ha informato che nel “Decreto del fare”, approvato di recente dal governo e ora all’esame del Parlamento, è stata inserita una norma che prevede il commissariamento di tutte le amministrazioni pubbliche che non spendono i fondi a loro assegnati. È una proposta da apprezzare, anche se forse non sufficiente perché sicuramente vanno anche semplificate le procedure.
È da sottolineare che fin quando non è stato soppresso l’intervento straordinario in Calabria e nel Mezzogiorno si spendevano ingenti risorse, per cui mi auguro si attivino strumenti per accelerare, ma anche per rendere più trasparente e razionale la spesa pubblica.
In questa situazione non sono più rinviabili interventi per rilanciare l’economia e per evitare l’esplosione delle tensioni sociali. C’è necessità di aumentare la competitività, l’innovazione e l’internazionalizzazione delle imprese e dell’intero sistema paese, per favorire le esportazioni e la cooperazione scientifica ed economica, ma anche per attrarre investimenti esteri.
Nello stesso tempo dovrebbero essere aumentate e non ridotte le misure di protezione sociale e spero che anche nel nostro Paese si trovi il modo di finanziare con urgenza il reddito minimo garantito, previsto in quasi tutti i paesi europei, tranne che in Italia, in Grecia ed in Ungheria. È da evidenziare al riguardo che mentre alcune categorie godono già di protezioni sociali,  anche se temporanee, altre non ne hanno alcuna.

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