Tra i progetti che la Commissione europea potrebbe essere pronta a finanziare nel quadro 2014-2020, c`è anche (insieme con il Palazzo Reale di Napoli) il Parco archeologico di Sibari, devastato qualche mese fa da un`alluvione e ancora in condizioni molto precarie. Il messaggio positivo, ancorché esteso in generale agli interventi nel Mezzogiorno, è arrivato da Johannes Hahn, commissario alle Politiche regionali. “Se gli errori del passato non possono essere cancellati – argomenta Hahn – possiamo però riconoscere il legame tra il ripristino di siti e monumenti e la futura prosperità delle regioni più povere d`Italia. La conservazione di questi luoghi in tempi di crisi non è un lusso, ma un investimento strategico per il futuro dell`economia del Paese“.
Alla luce di queste affermazioni appare ancora più importante che l`Italia riesca ad assorbire i circa 682 milioni di euro delle politiche di coesione (di questi 505 di provenienza Ue) allocati per il programma “Attrattori di cultura“ (quadro finanziario 2007-2013). Finanziamenti volti proprio alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale.
Fino ad oggi ne sono stati assorbiti il 24% (e anche in merito a questa quota ci sono verifiche in corso). Bruxelles aveva infatti bloccato l`erogazione dei fondi poco dopo l`avvio del programma, inizialmente affidato ad alcune Regioni meridionali, con la Campania come capofila (per problemi di auditing e di scarsa capacità amministrativa) e ora passato sotto la guida centrale di Roma.
Sono gli stessi fondi non spesi o finiti in sagre e progetti non proprio prioritari, dei quali si è occupato nei giorni scorsi il Corriere della Sera. Sibari ne ha un bisogno disperato per rinascere. (0020)
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