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REDDE RATIONEM | Quelle schede elettorali vidimate e non votate

COSENZA Uno dei particolari più inquietanti dell`inchiesta “Redde rationem”, che ha portato all`arresto di quattro tra amministratori ed ex amministratori della Sogefil, è emerso durante la conferenz…

Pubblicato il: 17/07/2013 – 16:29
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REDDE RATIONEM | Quelle schede elettorali vidimate e non votate

COSENZA Uno dei particolari più inquietanti dell`inchiesta “Redde rationem”, che ha portato all`arresto di quattro tra amministratori ed ex amministratori della Sogefil, è emerso durante la conferenza stampa nella Procura di Cosenza. È un dato che affianca un filone politico all`indagine sull`uso a dir poco “allegro” dei tributi riscossi dalla società per conto dei Comuni. Lo ha spiegato il procuratore aggiunto Domenico Airoma: «Nel corso delle perquisizioni sono state trovate anche delle schede elettorali vidimate e non votate relative alle competizioni elettorali svoltesi di recente in Calabria».
E non è tutto: «C`è anche un legame con le inchieste che riguardano l`eolico e la politica calabrese, perché la Sogefil prima si chiamava Saigese».
Airoma ha poi specificato che «l`importo sottratto ai Comuni è pari a quanto i 5 capoluoghi calabresi hanno riscosso per l`Imu in tutto il 2012».
«Avevano trovato la gallina dalle uova d`oro», ha detto il colonnello Claudio Petrozziello, del Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza. «Gli arrestati utilizzavano i soldi riscossi per fare spese e acquisti personali, anche su internet – ha detto Petrozziello – e facevano le vacanze, la spesa al supermercato e ricaricavano carte poste-pay con i soldi che invece negavano ai comuni». «Avevano anche fatto delle assunzioni per favorire alcuni amministratori, che così non denunciavano il fatto che il loro Comune non riceveva i soldi dovuti», ha detto ancora Airoma.
Alcuni comuni sono finiti in dissesto per il mancato incasso dei tributi, utilizzati – secondo l`accusa – dagli amministratori della Sogefil come una sorta di bancomat.
Altri, invece, riuscivano a farsi pagare. Gli esempi positivi sono Limbadi, Cariati e Nicotera. Ma la Sogefil non avrebbe pagato, per lungo tempo, i suoi dipendenti e neanche le tasse che doveva allo Stato.
I finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza di Reggio Calabria hanno sottolineato che nella contabilità c`era una notevole confusione, probabilmente creata ad arte.
Le indagini sono iniziate per la denuncia di alcuni Comuni, che non ricevevano i corrispettivi attesi dalle tasse dei contribuenti. Alcune amministrazioni locali sono finite in dissesto per il mancato incasso dei tributi, utilizzati – secondo l`accusa – dagli amministratori della Sogefil come una sorta di bancomat.
Altri, invece, riuscivano a farsi pagare. Gli esempi positivi sono Limbadi, Cariati e Nicotera. Ma la Sogefil non avrebbe pagato, per lungo tempo, i suoi dipendenti e neanche le tasse che doveva allo Stato. (0020)

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