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Le affettuosità di Stumpo per il commissario D`Attorre

LAMEZIA TERME Alla chetichella, come capita molto spesso quando si tratta di dare il via libera a norme che potrebbero creare fronti di tensione all`interno degli stessi partiti, l’emendamento “salva…

Pubblicato il: 24/07/2013 – 11:06
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Le affettuosità di Stumpo per il commissario D`Attorre

LAMEZIA TERME Alla chetichella, come capita molto spesso quando si tratta di dare il via libera a norme che potrebbero creare fronti di tensione all`interno degli stessi partiti, l’emendamento “salva-sindaci” è stato approvato in piena notte alla Camera nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali. In soldoni, salta l’incompatibilità  tra le cariche di parlamentare e sindaco di Comune superiore ai 5mila abitanti. Ma i dubbi maggiori che ruotano attorno all’emendamento (che reca la firma anche del deputato calabrese del Pd Nico Stumpo) riguardano il collegamento con il decreto del “Fare”.
Cosa c’entra con lo sviluppo e la razionalizzazione dei costi? Semplice, salvaguarda il contenimento della spesa pubblica per lo svolgimento delle elezioni. L’articolo 13, comma 3, del decreto legge 13 agosto 2011, (la vecchia norma sospesa, per intenderci) dovrà, perciò, essere attuato solo per i piccoli centri, quelli che non superano i 5mila abitanti. Limitazioni anche riguardo alla data di elezione. L’incompatibilità è sospesa solo per chi è stato eletto prima dell’entrata in vigore del decreto. Per chi, invece, è stato eletto dopo l’agosto del 2011, l’incompatibilità resta. Ma se le elezioni si sono tenute prima, il primo cittadino di turno potrà restare ancorato allo scranno fino alla fine del suo mandato. Salvi tutti quei sindaci-parlamentari che sono stati eletti nel 2009.
Non potrà beneficiare della norma messa a punto da Stumpo, il parlamentare calabrese renziano Ernesto Magorno, riconfermato l’anno scorso alla guida del Comune di Diamante. Deve essere anche per questo motivo che i renziani, avendo appreso dell’approvazione dell’emendamento al decreto sul quale è stata posta la fiducia, sono balzati dalla sedia: «L’articolo 13 della legge 148 del 2011 che riguarda tutte le cariche elettive locali di natura monocratica e quindi anche i presidenti di provincia e regione deve tornare com’era, prima della modifica proposta congiuntamente da esponenti di Pd, Pdl e Sel. Chi fa il sindaco o il presidente di Provincia e di regione non può coprire altri incarichi all’interno delle istituzioni. Questa è una seria questione di principio e ci auguriamo che in primo luogo il nostro partito se ne faccia carico».
Chi ha avuto modo di parlare con il diretto interessato, racconta che Magorno non sia per nulla rimasto sorpreso della mossa di Stumpo. Pensata – e qui si insinuano le voci maligne – più che altro per “salvare” il primo cittadino di Salerno e viceministro dei Trasporti Vincenzo De Luca. Che, tra l’altre cose, è storicamente vicino al commissario del Pd calabrese (ufficialmente non si è ancora dimesso) Alfredo D’Attorre. Insomma, reciproche affettuosità nel fronte dei custodi dell’ortodossia bersaniana, che penalizzano (forse non a caso) uno dei seguaci più attivi di Matteo Renzi. Le schermaglie (pre)congressuali si riconoscono anche da questi particolari.

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