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PERSEO | Borrelli: «L`omertà non è solo paura»

«L`omertà non è solo paura, spesso è anche interesse». La frase del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli strappa il velo sulle connivenze che per anni hanno garantito lo status quo a Lamezia Terme…

Pubblicato il: 26/07/2013 – 14:24
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PERSEO | Borrelli: «L`omertà non è solo paura»

«L`omertà non è solo paura, spesso è anche interesse». La frase del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli strappa il velo sulle connivenze che per anni hanno garantito lo status quo a Lamezia Terme. L`inchiesta “Perseo” restituisce l`immagine di una città in cui la `ndrangheta è riuscita a infettare ogni settore della cosiddetta società civile. È proprio a quest`ultima che si rivolge il questore di Catanzaro, Guido Marino: «Adesso batta un colpo, rifletta e poi reagisca».
I particolari dell`operazione sono stati resi noti durante una conferenza cui hanno partecipato, oltre al questore, il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo, l`aggiunto Borrelli, il capo della Squadra Mobile, Rodolfo Ruperti e il suo vice Angelo Paduano. L`ordinanza emessa dal gip Abigail Mellace, su richiesta del pm Elio Romano, ha portato all`arresto di 66 persone ( a due indagati sono stati concessi i domiciliari), in totale gli indagati sono 76. Oltre 400 uomini sono stati impiegati nel blitz scattato all`alba. Con l`operazione di oggi è stato colpito «un sistema – ha aggiunto Marino – in cui hanno trovato posto non soltanto gli affiliati conclamati alle cosche, ma anche professionisti insospettabili. Si trattava di un “sistema mafioso” che non soltanto ha insanguinato Lamezia Terme a suon di omicidi, ma ha anche dissanguato una parte della già fragile economia lametina».
Per usare le parole del procuratore Lombardo la cosca Giampà era divenuta una vera e propria holding che poteva contare sulla complicità di insospettabili “colletti bianchi”: «Ci sono professionisti – ha detto Lombardo – che collaboravano al funzionamento del sistema criminale di Lamezia». Amaro, invece, il commento del procuratore aggiunto Borrelli: «La pervasività del clan nella vita cittadina è l`indice del suo successo. Una collusione che è estesa a importanti pezzi della cittadinanza».
Le indagini hanno appurato, tra l`altro, che anche semplici cittadini si rivolgevano al boss Giuseppe Giampà quando si trovavano in difficoltà economiche. Il sistema delle truffe assicurative era divenuto «una struttura al servizio della città». Bastava rivolgersi agli affiliati, mettersi d`accordo e poi spartire il provento dei rimborsi per i falsi sinistri stradali. Cartina di tornasole della realtà lametina è la scarsità di collaborazioni spontanee, un fatto, secondo Borrelli, di «estrema gravità».
«Un episodio tra il folkloristico e il drammatico, indice della qualità della politica», così il procuratore aggiunto sintetizza, invece, il coinvolgimento del consigliere provinciale Giampaolo Bevilacqua che avrebbe preteso da un commerciante un cospicuo sconto su delle tute destinate ad alcuni detenuti. Il capo della Mobile, Rodolfo Ruperti, ha voluto sottolineare l`importanza della decisione di Giuseppe Giampà di collaborare con la giustizia: «Un punto di svolta». Ma il lavoro su Lamezia è tutt`altro che terminato: «La famiglia Giampà rappresenta solo una parte della `ndrangheta a Lamezia. Sappiamo che altri stanno tentando di insinuarsi nel vuoto lasciato dopo gli arresti. La nostra azione proseguirà senza sosta».

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