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"Papi" calabresi per «giovani ambiziose»

Forse è davvero arrivato il momento della “post-ipocrisia culturale”. Un periodo storico, cioè, nel quale le cose vengono chiamate col loro nome, pane al pane e vino al vino, in barba al politicame…

Pubblicato il: 10/08/2013 – 18:58
"Papi" calabresi per «giovani ambiziose»

Forse è davvero arrivato il momento della “post-ipocrisia culturale”. Un periodo storico, cioè, nel quale le cose vengono chiamate col loro nome, pane al pane e vino al vino, in barba al politicamente (e insopportabilmente) corretto – d`importazione americana, ma attecchito bene anche in Italia – dominante negli ultimi decenni. No, qualcosa sta davvero cambiando nel modo di raccontare e analizzare fenomeni e mutamenti (vedi anche dinamiche ataviche) della società. Bando alle dissimulazioni, allora, ma sempre a piccoli passi, che già è una gran cosa.
Per adesso, ci si accontenti di un altro modo di interpretare il gossip e le vite dei protagonisti del jet-set nazional-popolare, quel baraccone rutilante, immaginifico e crapulone nel quale le vere chiavi di lettura sono soldi e potere, strumenti d’affermazione cogenti ma al tempo stesso sottaciuti e quasi ignorati dalle patinate cronache dei rotocalchi – da sempre intente a una celebrazione ammiccante degli effetti (le gite sul megayacht, le serate exclusive nei club più famosi, le ville, le auto superlusso e via così) più che a mettere in evidenza le cause scatenanti di alcune unioni sentimentali. «Sta con quel vecchio per i soldi che ha»; «l’ha sposata perché giovane e figa»: ecco due dei tanti cliché difficili da enunciare pubblicamente, ma che comunque rappresentano una certa verità sull’ambizione (delle donne, ovviamente non tutte) e le pulsioni (comunque vive anche negli ottuagenari).
Ad aprire una piccola breccia in un canovaccio ormai piuttosto logoro potrebbe però contribuire un sito di incontri online chiaramente cinico e realista, ma in realtà senza alcuna pretesa sociologica. Si chiama Sugardaddy.it e impazza anche tra gli attempati utenti calabresi. Il nuovo social ha una mission ben precisa: trovare un “papi” – proprio così – facoltoso per tutte le avvenenti e giovanissime ragazze che lo cercano. La nota vicenda – anche giudiziaria – che riguarda l’ex premier Silvio Berlusconi e le sue “olgettine” è solo il caso limite. Perché dappertutto, a ogni angolo di strada c’è un anziano e danaroso signore in attesa di acerba (e possibilmente procace) compagnia; così come abbondano ragazze già scafate, pragmatiche, convinte – a ragione o a torto – che ciò che conta davvero sia la stabilità economica, arricchita magari anche da lussi sfrenati e altre e tante soddisfazioni venali. La convenienza reciproca, è questo che importa davvero. Altro che amore: i rapporti tra uomo e donna – come l’esperienza a volte insegna – si fondano anche e soprattutto su altre priorità. Non sempre, ma molto spesso.
Sugardaddy afferma questi princìpi per niente romantici senza mezzi termini né ipocrisie (è il politicamente scorretto) di sorta.
Per lui: «Sei un uomo soddisfatto della tua vita e professionalmente realizzato ma ti senti solo? Qui puoi trovare donne in cerca di stabilità ed esperienza». Per lei: «Sei una donna ambiziosa e stufa di giovani superficiali e mammoni? Qui puoi trovare uomini maturi che sanno quello che vogliono». Una bella rivoluzione culturale; e addio a due cuori e una capanna.
Lo stesso fondatore di Sugardaddy, Alex Fantini, ha indetto un sondaggio su un campione di mille iscritte. Cosa cercano in un “papi”? «Sicurezza e stabilità sono state le caratteristiche che hanno riscosso maggiori consensi, raggiungendo una percentuale del 41%». Il motivo, secondo quanto si legge nella pagina che descrive il sito, è piuttosto semplice: «Una giovane donna che comincia a muovere i primi passi da adulta in questo mondo – in cui le possibilità di trovare un lavoro, e conseguentemente un’indipendenza economica, sono assai scarse – vede nell’uomo facoltoso la possibilità di un’affermazione individuale e l’opportunità di creare un futuro di coppia su basi concrete». Entrare nelle grazie di un imprenditore sulla cresta dell’onda, che magari dia anche del tu alla mondanità più piaciona, secondo Fantini «è un giovamento che farebbe comodo a tutte». A una condizione, però: «Basta che non si prescinda dal feeling, che deve essere la base su cui far nascere qualsiasi tipo di relazione».
Prima il denaro, ma che sia accompagnato dal feeling, altrimenti il gioco non funziona, chiaro. Anche nel portale che incentiva il disincanto sentimentale trovano spazio gli immancabili trompe l’oeil necessari per salvare le apparenze.
Poi c’è, ovviamente, anche «la fascinazione dell’uomo di mezza età di potere», che sulle ragazze ha un ascendente fortissimo. Il 34% delle “papi-girl” di Sugardaddy ha infatti «dichiarato di essersi invaghita grazie a queste caratteristiche».
Gli esempi famosi di unioni anagrafiche (e, molto spesso, anche estetiche) del tutto asimmetriche non mancano. Dalla calabrese Ely Gregoraci sposata con Flavio Briatore (33 anni lei, 63 lui), al tycoon Rupert Murdoch – 82 primavere ricche di successi e milioni – unito in matrimonio per la terza volta con Wendi Deng, di quasi 40 anni più giovane di lui. Fino ad arrivare al 65enne Alexander Pereira, il nuovo sovrintendente della Scala di Milano la cui moglie, la brasiliana Daniela Weisser De Sosa, ha solo 26 anni. Per non parlare di Hugh Hefner, mitico fondatore di Playboy che delle prorompenti conigliette è stato spesso compagno gaudente, oltre che editore. E la lista potrebbe allungarsi al- l’infinito.
L’uomo di potere, da che mondo è mondo, affascina sempre. Il canuto tira, le rughe pure. Eppure non è sempre una mera questione di soldi o di becero opportunismo. Lo sperano soprattutto gli utenti calabresi di Sugardaddy. Sono tantissimi, ma a scorrere la lunga lista degli iscritti è difficile trovare qualcuno in grado di vantare un patrimonio finanziario degno di un magnate. Di foto
pubblicate sui vari profili, poi, se ne trovano pochissime, così come latitano le descrizioni personali. Perché, malgrado il nuovo spirito dei tempi, confessare di aver bisogno delle “cure” di una ventenne non è mai una gran pubblicità.
Per lo più sono commercialisti, liberi professionisti, ma anche operai o pensionati. Insomma, più che successo o agiatezze varie, dalla loro sembrano poter offrire solo il requisito della maturità.
Basterà a convincere le aspiranti starlette e gerontofile calabresi? Certo, avere un com- pagno a capo di un impero mediatico come quello di Murdoch potrebbe aiutare; e non poco. Ma chissà. I “papi” calabresi sono comunque disposti a giocarsi le loro carte. Del resto, fatte le debite proporzioni, un posto da dirigente alla Regione Calabria può valer bene la sicurezza economica offerta da un attempato manager di una multinazionale. È una questione di contingenze, in fondo.
Per cui anche un commerciante come Nonnoennio1952 può andar bene allo scopo. Lui ha 60 anni, vive a Scalea e si definisce «un uomo nella norma» (non pare una buona presentazione, viste le circostanze) in cerca di «una donna per amicizia, relazione sesso»… «e il resto verrebbe da solo». Esplicito, ma forse poco convincente. Molto più sobrio invece il cosentino Casella69, che si descrive semplicemente come «allegro, dinamico e vitale». Di mestiere fa l’insegnante e, con i tempi che corrono nel settore scuola, le ragazze ambiziose di Sugardaddy potrebbero al limite accontentarsi della sua vivacità intellettuale.
Bigfranco70, di Reggio, con gli imprenditori più rampanti del Belpaese ha in comune lo spirito decisionista, per questo va dritto al sodo, malgrado sia “solo” un funzionario di un ente imprecisato: «Cerco donna per incontri brevi ma intensi». E la stabilità? Il futuro libero dalle preoccupazioni materiali? Nessun accenno, poi si vede.
La pensa allo stesso modo anche Spry61, libero professionista di Dipignano: «Cerco un’avventura», spiega laconico e un tantino provocante. Le “olgettine” di Calabria non faranno a gara per averlo.
Tuuuuuu (questo l’enigmatico nickname scelto) è un (baby) pensionato 55enne di Cosenza, «dolce, sensibile e difficile da conquistare». Ha un’altra particolarit
à, che forse farà anche curriculum: è «un po’ maialino». Le ragazze di Sugardaddy sono molto ambiziose, questo s’era capito. Ma i “papi” non sono da meno. È sempre una questione di convenienze reciproche. L’importante è dirselo.

(Il servizio è stato pubblicato sul numero 104 del Corriere della Calabria uscito il 20 giugno del 2013)

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