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«Porcellum legge infame» E Molinari "smonta" Grillo

COSENZA La caccia al dissidente è appena iniziata e nel Movimento 5 Stelle si respira già aria di (nuove) possibili scissioni. Il post di Beppe Grillo sul ritorno alle urne con il Porcellum ha aperto…

Pubblicato il: 27/08/2013 – 15:46
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«Porcellum legge infame» E Molinari "smonta" Grillo

COSENZA La caccia al dissidente è appena iniziata e nel Movimento 5 Stelle si respira già aria di (nuove) possibili scissioni. Il post di Beppe Grillo sul ritorno alle urne con il Porcellum ha aperto una nuova fronda tra i pentastellati e sul fronte dei più critici c’è sicuramente il senatore cosentino Francesco Molinari. Che su Facebook, con una lunga e articolata nota, smonta punto dopo punto il percorso disegnato dal comico genovese. Parole dure come macigni, quelle usate da Molinari sul social network, che danno l’idea di come il clima sia teso all’interno dei 5 Stelle: «Non sono… un`anima bella ma pensare di voler andare a nuove elezioni con il Porcellum, fosse anche una provocazione, è una pericolosa contraddizione per chi non l`ha mai accettato».
«Pensare che questa legge infame – prosegue Molinari – possa essere funzionale al nostro Movimento, da quale sia il punto che la si voglia guardare, è frutto proprio di quella politica che combattiamo, perciò rappresenta un errore; o esser stati questi mesi in quelle Aule ha cominciato a modificare geneticamente qualcuno tra noi che ora usa la tattica politica tanto cara a D’Alema, invece che parole di verità? Non esiste un solo motivo – per i nostri princìpi, almeno – per cui questa legge ignobile possa favorire l`avvento del cambiamento che vogliamo, ciò seguendo un discorso di concreto buon senso».
«Ma, soprattutto – conclude il parlamentare bruzio – costituisce un suicidio politico pensare che quella legge che abbiamo fortemente osteggiato possa concretamente favorirci, per due motivi: il primo è che, essendo fonte di instabilità, essa stessa provoca quei guasti di sistema che sono sotto gli occhi di tutti noi; il secondo è che paradossalmente seguiremo, continuando – appunto – ad accettare di partecipare con queste regole, la stessa logica di chi la mantiene perché funzionale al sistema partitico dei nominati (eterno promettente del suo superamento)».
La presa di posizione di Molinari sta creando non pochi problemi al suo collega capogruppo Nicola Morra, altro calabrese (di elezione ma non di origini) dei 5 Stelle. Dopo aver condotto assieme una campagna elettorale e aver condiviso i primi mesi di esperienza a Palazzo Madama, adesso i due si ritrovano divisi proprio davanti al bivio più importante della loro (breve) storia politica. Morra, a chi gli chiede conto sul punto, evita le domande e preferisce posare lo sguardo in casa altrui. Prendendo di mira il Pd che, a suo dire, avrebbe modo di mandare il soffitta il Porcellum e non l’ha fatto. E ricordando il sostegno alla mozione Giachetti, affossata dai colleghi democrat: «Questo è illogico, immorale, e quindi vinciamo noi». Certo, prima bisogna convincere Molinari… (0020)

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