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IN EDICOLA | Sangue infetto, un`altra bocciatura per il Centro trasfusionale

COSENZA La pur «corposa» documentazione prodotta dalla direzione aziendale non basta a cancellare dubbi e potenziali pericoli per la salute dei pazienti, perché gli interventi adottati non si sono tr…

Pubblicato il: 30/08/2013 – 4:25
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IN EDICOLA | Sangue infetto, un`altra bocciatura per il Centro trasfusionale

COSENZA La pur «corposa» documentazione prodotta dalla direzione aziendale non basta a cancellare dubbi e potenziali pericoli per la salute dei pazienti, perché gli interventi adottati non si sono trasformati «in un piano strutturato, organico, sistematico e cadenzato, almeno fino alla rilevazione dei due eventi avversi gravi trasfusionali occorsi a due pazienti, il secondo dei quali è deceduto». Anche la visita dello scorso 12 agosto tra i corridoi del Centro trasfusionale dell`ospedale di Cosenza si è conclusa con una bocciatura. Scritta a chiare lettere nelle otto pagine consegnate dagli 007 del ministero della Salute al “loro” ministro Beatrice Lorenzin.
I commenti più duri sono riservati al direttore generale dell`Azienda ospedaliera, Paolo Gangemi. Il dossier Grazzini svela un particolare finora inedito: il 9 agosto, il manager ha scritto una nota in cui «confuta il nesso di causalità fra la situazione di grave criticità strutturale, tecnologica e organizzativa del servizio e l`evento mortale occorso al secondo paziente in relazione alla trasfusione ricevuta in data 3 luglio». L`autoassoluzione, però, non convince il team guidato da Giuliano Grazzini, capo del Centro nazionale sangue: «Occorre rilevare che, al di là di ogni ragionevole dubbio, la situazione di grave criticità del servizio ha costituito elemento certamente favorente la produzione di unità di globuli rossi contaminate, senza la presenza delle quali gli eventi non si sarebbero verificati». Di più: «Il complesso degli accadimenti – chiosano gli ispettori inviati dal ministero – è comunque da ricondurre, in linea generale, a una grave disfuzione sistemica del servizio, che l`Azienda era tenuta a presidiare e correggere, a maggior ragione dopo il rapporto di verifica del 17 e 18 settembre».
I documenti ufficiali raccontano una storia che spazza via l`ottimismo sempre manifestato dal manager reggino. Una storia che mette al primo posto la necessità «che l`Azienda provveda, con la massima urgenza, a individuare un nuovo direttore del Servizio trasfusionale». Serve una deroga al blocco delle assunzioni, perché «il permanere dello status quo configura ancora un livello di rischio elevato per la salute pubblica». Se questo provvedimento non verrà attuato nel minor tempo possibile, «l`unica soluzione prospettabile è la chiusura della struttura, limitandone le funzioni alle attività di urgenza ed emergenza».
Ci sono particolari “mediatici”, come la «riferita occasionale presenza di roditori nei locali del Servizio trasfusionale» e problemi che hanno un minore impatto mediatico ma uguale gravità per la tutela dei pazienti. Uno per tutti: «I controlli di qualità degli emocomponenti (si tratta dei prodotti del frazionamento del sangue, ndr) risultano interrotti alla data del luglio 2011». Un dato che «appare particolarmente critico se si considerano le inadeguate condizioni ambientali in cui la produzione degli emocomponenti è svolta». Sono rilievi pesanti. Molti – per la precisione 65 – erano già stati segnalati circa dieci mesi fa. Secondo la stessa Azienda ospedaliera, soltanto otto di quei 65 “guai” sono stati risolti. (0020)

Il servizio integrale “Un`altra bocciatura”, di Pablo Petrasso, è sul numero 115 del Corriere della Calabria, in edicola fino al 5 settembre.

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