«Il fallimento di Calabria it? Colpa di Scopelliti e Arena»
LAMEZIA TERME Se i dipendenti di Calabria it dovessero perdere il loro posto di lavoro la colpa sarebbe del governatore Scopelliti, dell`assessore Arena e dei vertici di Fincalabria. Non ha dubbi Dem…

LAMEZIA TERME Se i dipendenti di Calabria it dovessero perdere il loro posto di lavoro la colpa sarebbe del governatore Scopelliti, dell`assessore Arena e dei vertici di Fincalabria. Non ha dubbi Demetrio Naccari Carlizzi circa le responsabilità di quello che si annuncia come un fallimento delle politiche occupazionali in regione, con un centinaio di lavoratori di Calabria it licenziati alla vigilia di Ferragosto. Il consigliere regionale del Pd riepiloga tutta la storia della società in house della Regione, nella bufera dopo la decisione di dare il benservito ai suoi dipendenti. In principio, «Sviluppo italia Calabria contava circa 140 dipendenti e un fatturato, dovuto ai fondi a favore dell’auto impiego messi a disposizione dal Mise». Poi inizia un «processo di centralizzazione che porta alla chiusura delle società regionali del gruppo. E qui entra in scena in pompa magna il governatore, che annuncia l’intervento della Regione per rilevare la società regionale tramite Fincalabra trasformandola poi in Calabria it. “Sul volto dei lavoratori, per lungo tempo abbandonati, vedo finalmente serenità” disse in quell’occasione il governatore. Ma questa era come lo yogurt: a breve scadenza. I dipendenti di Sviluppo Italia Calabria sono stati salvati dalla Regione a patto di accettare una corposa riduzione dello stipendio».
«Nel contempo – prosegue Naccari – è stata istituita la figura del direttore generale, affidandone il compito all’unico dirigente in organico, Marco Aloise, che però a gennaio 2013 è andato a ricoprire l’incarico di direttore amministrativo dell’Asp di Cosenza. Nel dicembre del 2012, si iniziano a registrare i primi ritardi nel pagamento degli stipendi, fino a portare al mancato pagamento, ad oggi, delle mensilità di luglio e agosto. In realtà non esisteva alcun piano industriale a supporto dell’intervento della Regione, che nel frattempo approva la legge regionale 24/2013 di riordino delle partecipazioni, che all’articolo 11 comma 4 così dispone: Fincalabra deve provvedere alla messa in liquidazione della società “Calabria impresa e territori srl”. L`operazione di liquidazione dovrà, comunque, concludersi entro il 31 dicembre 2013, garantendo la salvaguardia dei livelli occupazionali dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato della società attraverso il trasferimento alla società Fincalabra spa, sulla base di specifico piano industriale che deve garantire l`equilibrio economico-finanziario della società». Secondo il consigliere democrat, «la semplice lettura della norma dice chiaramente quale era la volontà del consiglio regionale mentre l’assessore Arena dichiara di voler “far cadere un sistema clientelare e di assistenzialismo di cui Calabria it è uno dei frutti” e dice che il nuovo piano industriale prevede l’assorbimento solo di parte dei dipendenti, mentre un’altra parte sarà destinataria di ammortizzatori sociali. È evidente che questa opzione va oltre il mandato dato dal Consiglio a Fincalabra di tutelare gli attuali livelli occupazionali, e non potendo essere adempiuto da essa, è giusto che della questione si interessi il Consiglio nelle sue articolazioni istituzionali. Ma le volontà del Consiglio e il giusto controllo della Regione su una società in house non sembrano avere alcun peso per Fincalabra».
Alla luce di queste premesse, l`ex assessore regionale si chiede «come farà Fincalabra ad adempiere al mandato ricevuto garantendo l’equilibrio economico finanziario della sua gestione, visto che dal 2011 non pubblica sul sito (ai sensi della legge numero 244/2007) gli incarichi di consulenza e tanto meno il proprio bilancio o i compensi dei sui amministratori ed il loro curriculum. Non ha approvato i modelli organizzativi previsti dal decreto legislativo 231/01 per la prevenzione dei reati contro la pubblica amministrazione e nessuna società di revisione controlla il suo bilancio. Non è possibile conoscere con certezza il suo organico, non esistono dirigenti e men che meno il direttore generale. Mi chiedo come possa una finanziaria regionale con queste caratteristiche qualificarsi come attore dello sviluppo locale, gestire già oggi centinaia di milioni di euro di fondi pubblici e candidarsi a gestirne altrettanti. Arena, quando parla di carrozzoni, forse si riferisce a una simile finanziaria regionale».
La vicenda di Calabria it, invece, «può e deve consentire una profonda riforma di Fincalabra, limitandone l’assoluta autonomia dalla proprietà, con il controllo analogo richiesto dalla legge, riformando i rapporti con la Regione che se, come auspichiamo, riconosce in Fincalabra il motore dello sviluppo regionale, deve intervenire a sostegno dei costi fissi. Inoltre bisogna strutturare in maniera adeguata il personale e l’assetto organizzativo societario. In quest’ottica siamo certi che si troverà spazio per tutti gli occupati di Calabria it. Se così non dovesse operarsi, qualcuno dovrà spiegare chi ha sbagliato: forse Scopelliti a imbarcarsi in una operazione fallimentare oppure Fincalabra e Arena a gestire così male il mandato che il Consiglio aveva loro affidato». (0040)