I big del centrosinistra a lezione da Bettini
COSENZA Nei mesi scorsi, quando gli chiedevano su chi avrebbe orientato il suo consenso, Goffredo Bettini spiegava: «Io sono concentrato sulle idee, più che sulle persone. E Renzi è l`unico che potre…

COSENZA Nei mesi scorsi, quando gli chiedevano su chi avrebbe orientato il suo consenso, Goffredo Bettini spiegava: «Io sono concentrato sulle idee, più che sulle persone. E Renzi è l`unico che potrebbe far camminare delle idee nel Pd». Oggi, a Cosenza, l`inventore del “modello” col quale hanno amministrato la Capitale tre degli ultimi quattro sindaci (Francesco Rutelli, Walter Veltroni e adesso Ignazio Marino), prova a correggere un po` il tiro: «I candidati alla segreteria del Pd sono tutti validi e non sono responsabili degli errori del passato. Assieme possono rappresentare una nuova classe dirigente».
Bettini forse lo fa per calcolo politico: sabato 12 a Roma è in programma il lancio ufficiale del manifesto di “Campo Democratico”. Che non è una vera e propria mozione ma un «contributo al confronto congressuale» che ha già registrato significative adesioni. In Calabria le più sorprendenti sono quelle del deputato di Sel Ferdinando Aiello e del suo collega di Api Franco Bruno. Entrambi giurano che il loro obiettivo non è un approdo nel Pd ma intanto l`attenzione nei confronti delle primarie in programma per l`8 dicembre «è massima».
Alla presentazione del libro (“Carte segrete”) e del documento dell`ex coordinatore dei democrat ai tempi di Veltroni, che immagina la trasformazione del Pd da «partito gassoso» a «partito senza correnti in cui le decisioni vengono prese dal basso», sfila anche un pezzo di centrosinistra che con le nuove leve non ha nulla a che fare. Come i consiglieri regionali Sandro Principe, Nicola Adamo e Pietro Giamborino, il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio, l`ex sindaco della città Salvatore Perugini, il segretario regionale del Psi Luigi Incarnato, quello provinciale di Sel Mario Melfi. E poi ancora una pletora di consiglieri provinciali e comunali esperta in certi bizantinismi della politica. Ma è l`area che fa riferimento ai rutelliani di Bruno a presentarsi in massa all`appuntamento che Aiello, Bettini e Bruno fissano a mezzogiorno a due passi da Palazzo dei Bruzi.
Con quest’ultimo che, dopo le dimissioni rassegnate via sms da segretario del Pd, torna ufficialmente (in realtà lo aveva fatto con la candidatura alla Camera nella fila di Centro democratico) a giocare un ruolo da protagonista nella squadra del centrosinistra calabrese pur spiegando di non essere interessato (sarà proprio vero?) a prendere parte al congresso: «Siamo qui per aiutare ad aprire una discussione politica che veda il campo dei democratici – da Rutelli a Vendola – unito e pronto a costruire un`alternativa credibile al fallimento di Berlusconi e della destra».
Musica per le orecchie di Oliverio, che fa il pesce in barile quando gli viene chiesto del congresso Pd e della sua candidatura a segretario regionale: «Vediamo, vediamo. Io sento gli altri pronunciare il mio nome ma non ho ancora ufficializzato nulla». In realtà l`ex deputato diessino sta lavorando senza soste per conquistare la leadership del partito e ottenere tra due anni la candidatura a governatore. Per arrivare a tutto questo ha ricostruito alleanze strategiche (vedi Adamo e Principe) e stretto ulteriormente i rapporti con pezzi di centrosinistra (vedi i centristi di Bruno, i vendoliani di Aiello e i socialisti del Pse di Enzo Paolini) che potrebbero tornare utili in futuro quando si entrerà nel vivo delle trattative. In sala si rivede anche una vecchia conoscenza come l`ex assessore regionale Diego Tommasi («sono qui per un saluto a vecchi amici»), che va via prima che Bettini inizi il suo intervento.
Il pallino fisso dell`estensore del manifesto è «la sconfitta del correntismo». Lo stesso di Renzi (?), con cui Bettini condivide qualche nemico. A cominciare dal duo Bersani-D`Alema fino agli ex popolari Marini-Bindi. Sarà per questo che quando l`ex deputato pronunciava questa frase, in molti tra i colonnelli calabresi, fissavano con gli occhi il soffitto…