I calabresi del Pdl sono sempre più alfaniani
LAMEZIA TERME «Basta attacchi alla legge di stabilità e, soprattutto, stop agli insulti nei confronti dei nostri cinque ministri». I senatori calabresi di Pdl e Gal fanno ancora fronte comune (la pri…

LAMEZIA TERME «Basta attacchi alla legge di stabilità e, soprattutto, stop agli insulti nei confronti dei nostri cinque ministri». I senatori calabresi di Pdl e Gal fanno ancora fronte comune (la prima volta era successo in occasione del voto di fiducia al governo Letta) per difendere Alfano, Quagliariello e soci dagli attacchi dei cosiddetti lealisti del Pdl. Ufficialmente è una difesa della delegazione pidiellina a Palazzo Chigi, più prosaicamente è un`ulteriore puntata dello scontro ormai in atto nel Pdl tra i filogovernativi e i falchi vicini a Fitto e Verdini. Nella nota odierna delle colombe c`è la firma di tutti i rappresentanti calabresi a Palazzo Madama: Antonio Gentile, Nico D`Ascola, Piero Aiello, Antonio Caridi, Giovanni Bilardi e Paolo Naccarato. A conferma, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la Calabria è ormai un feudo di Alfano e non più terra dove Berlusconi detta legge.
Sotto accusa questa volta ci finisce la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, “colpevole” di aver criticato Gaetano Quagliariello dopo l`intervista rilasciata oggi al Messaggero. Il ministro spiega al quotidiano romano che «i numeri per una crisi non ci sono». Chi nel Pdl chiede l`azzeramento delle cariche «è contro il progetto di un centrodestra inclusivo, moderato e in sintonia con quel popolo che lo vota», afferma Quagliariello, secondo cui «se il centrodestra vuol tornare a vincere all`interno di uno schema bipolare deve andare da Alfano a Casini, con Silvio capo carismatico e Angelino alla guida del partito». Parole chiare, nette, che non vanno giù alla Bonfrisco: «Quagliariello è un traditore».
Apriti cielo. Parte un vorticoso giro di consultazioni e alla fine sono proprio i senatori calabresi ad avviare la raccolta firme (al termine della serata se ne conteranno 24) per un documento a sostegno del governo di larghe intese: «Non è più possibile tollerare la critica distruttiva e permanente alla legge di stabilità e all`operato del governo di cui cinque nostri ministri fanno parte e a cui abbiamo riconfermato la fiducia meno di tre settimane fa su indicazione dello stesso presidente Berlusconi – aggiungono -. Il confronto nel nostro gruppo e nel nostro partito deve riacquistare correttezza. In caso contrario, i reiterati richiami all`unità suonerebbero come moneta falsa, dietro la quale si cela la volontà di determinare un`incompatibilità di fatto».