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Manoccio: «Dai Giovani democratici una deriva "radical-fascistella"»

COSENZA Il “caso San Sosti” non si chiude con la lettera inviata dai 50 segretari dei Giovani democratici calabresi a Matteo Renzi. Giovanni Manoccio, accusato nella missiva di aver capitanato un gru…

Pubblicato il: 30/10/2013 – 18:39
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Manoccio: «Dai Giovani democratici una deriva "radical-fascistella"»

COSENZA Il “caso San Sosti” non si chiude con la lettera inviata dai 50 segretari dei Giovani democratici calabresi a Matteo Renzi. Giovanni Manoccio, accusato nella missiva di aver capitanato un gruppo di nuovi iscritti «di centrodestra», risponde ai cuperliani. Il sindaco di Acquaformosa, che ha presieduto il tavolo sull`immigrazione alla Leopolda, acquisisce «con stupore» di essere vicino «facinorosi elettori del centrodestra».
E spiega queste accuse sono «elucubrazioni di alcuni, tra cui i nostri “famosi 50”, che vivono la politica in modo virtuale, nel chiuso delle stanze ovattate e stantie delle segreterie politiche e credono di avere il monopolio delle parole del riformismo e della sinistra democratica».
Questa la premessa. Nella sostanza, Manoccio dice che «questi giovani mentono sapendo di mentire sui fatti di San Sosti». Perché «si è impedito il tesseramento a 40 giovani del luogo che hanno, per giorni, atteso l’apertura del circolo. Lo stesso segretario sezionale ha ammesso il tutto alla presenza del sottoscritto e del candidato alla segreteria provinciale Luigi Guglielmelli, inoltre il segretario ha fatto la tessera a 12 nuovi iscritti con diritto di voto, ad altri 16 ha dato la tessera ma non voleva farli votare mentre ad altri 30 non ha fatto la tessera, impedendo loro il voto». Questi i fatti, secondo Manoccio, che ha già «prodotto ricorso alle commissioni provinciale, regionale e nazionale».   
Ma c`è una frase, nella lettera inviata a Renzi, che ha colpito il sindaco. È il riferimento alla sua azione nel settore dell`integrazione degli immigrati («il Manoccio, questa volta, invece di accogliere immigrati si è messo alla testa di un gruppo di facinorosi elettori di centrodestra»). In quell`espressione, il sindaco sente «puzza di una pericolosa deriva razzista e xenofoba dei Giovani democratici, come se il sottoscritto facesse incetta di esseri umani e di orfanelli politici “mettendo sotto i piedi i principi della carta di Roma” che si ispira al rispetto degli immigrati e delle persone deboli, del resto credo che pochi tra quei 50 conoscano immigrati o persone che fuggono dalle oppressioni, spero che la deriva “radical-fascistella” non assorba completamente le menti di questi nostri giovani democratici».
I toni con i quali ci si avvicina al congresso non sono esattamente soft: «Del resto qualche mese addietro ebbi a sostenere che molti di loro (si riferisce ai Giovani democratici, ndr) mi sembravano dei “polli di allevamento” che rispondono spesso a logiche imposte dall’alto e che stanno tentando di emulare i loro padri tutelari che negli ultimi 30 anni hanno governato la sinistra e le istituzioni della Calabria, facendola diventare la Cenerentola d’Europa e che imperterriti continuano a candidarsi a ogni tornata con le loro risapute logiche di accaparramento del partito per garantirsi i privilegi pur sapendo che non vinceranno mai più un elezione». Un messaggio recapitato a tutto il fronte dei cuperliani. La sfida tra Laratta e Guglielmelli è già ad altissima tensione. (0020)

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