Caos Pd, Guglielmelli: Laratta lascia per evitare una sconfitta
COSENZA «Nell`incontro che si è svolto solo qualche ora addietro tra noi due candidati e i presidenti delle commissioni provinciale e regionale per il congresso, io e Laratta eravamo serenamente conv…

COSENZA «Nell`incontro che si è svolto solo qualche ora addietro tra noi due candidati e i presidenti delle commissioni provinciale e regionale per il congresso, io e Laratta eravamo serenamente convenuti a dare indicazione unitaria affinché la campagna congressuale non divenisse un immorale tesserificio». Lo afferma il candidato alla segreteria provinciale del Pd di Cosenza per l`area Cuperlo, Luigi Guglielmelli. «Finora – aggiunge – si sono svolti circa 20 congressi e ne rimangono da svolgere oltre 100. Quelli finora svolti si sono tenuti nella massima regolarità tranne i casi di San Sosti e di Serra Pedace. È davvero sospetta, pertanto, questa drammatizzazione che Laratta vuole operare con il ritiro della sua candidatura. È come se volesse allagare il campo per non giocare la partita. In riferimento ai garanti inviati a presiedere i congressi finora svolti non sfugge a Laratta che sono stati nominati unitariamente e d`intesa tra i rappresentanti di entrambi i candidati. Insomma più che uno scontro sulle procedure e sulle regole mi pare essere una competizione tra chi si propone custode dell`integrità morale e dell`autonomia politica della funzione del Pd e chi vorrebbe che il Pd fosse un partito alla mercè dei signori delle tessere». «Mi sarei aspettato dall`ex parlamentare Laratta – prosegue Guglielmelli – che ci invitasse ad una comune riflessione su chi sono coloro che, improvvisamente e massicciamente, si presentano in alcuni congressi di circolo e chi per loro paga le tessere. Non sono credibili, dunque, le ragioni che Laratta ha esposto per motivare il ritiro della sua candidatura. Anzi, con questa scelta, di fatto Laratta giustifica e sollecita la pratica deleteria dei pacchetti di tessere e del voto di scambio a suo sostegno. A meno che Laratta non sia stato spinto in questa scelta dai capi corrente che lo hanno designato perché preoccupati che, attraverso una libera e trasparente competizione congressuale, si prefigurasse anche per loro una pesante sconfitta». (0050)