Il “doppio” documento spacca il Pdl
LAMEZIA TERME Non ci sarà una spaccatura ufficiale tra lealisti e governativi nel Pdl calabrese. Ma ormai è una lotta senza quartiere tra le due fazioni in guerra. L’ultimo casus belli è quello rappr…

LAMEZIA TERME Non ci sarà una spaccatura ufficiale tra lealisti e governativi nel Pdl calabrese. Ma ormai è una lotta senza quartiere tra le due fazioni in guerra. L’ultimo casus belli è quello rappresentato dalla doppia versione del documento partorito (all’Ansa è stato fatta recapitare la versione in cui si riconosce «il ruolo strategico di Angelino Alfano») al termine del vertice di lunedì scorso a Palazzo Alemanni.
Sul banco degli imputati c’è il capogruppo del Pdl in consiglio regionale Gianpaolo Chiappetta. A lui, i diversi consiglieri che in precedenza avevano dato il loro assenso al deliberato dell’ufficio di presidenza del Pdl, imputano il venir meno della «funzione di garanzia» che l’incarico ricoperto gli imporrebbe. Il malcontento si sarebbe concretizzato attorno a una comunicazione scritta riservata indirizza al capogruppo a cui si lavora e che ancora non è stata inviata proprio per evitare di ufficializzare la crisi. «Voglio stare lontano dalle polemiche, in questo momento così cruciale non possiamo dividerci», sarebbe stata la risposta univoca fornita da Chiappetta a chi lo ha cercato per ottenere spiegazioni su quanto successo.
A rasserenare gli animi non è bastata nemmeno l’azione di moral suasion portata avanti dall’assessore regionale Mimmo Tallini (inizialmente tra i firmatari del documento dei falchi per il Consiglio nazionale del partito ma che adesso è preoccupato di non far mancare il suo sostegno a Scopelliti). Niente e nessuno riesce a placare l’ira dei lealisti. Uno di loro, dietro la garanzia dell’anonimato, attacca: «Da Scopelliti ci saremmo anche potuti aspettare questo. In fondo lui è abituato a comandare da solo e convoca il partito solo per ratificare decisioni prese altrove. Ma il capogruppo avrebbe dovuto tutelarci e non l’ha fatto».
Cosa succederà adesso? Il governatore sta raccomandando a tutti i protagonisti di questa vicenda di «evitare nuove tensioni» perché tutto si «risolverà in breve tempo». Di più, dimostrando grandi doti di equilibrismo politico, a Roma dispensa interviste e dichiarazioni in cui auspica «l’unità del partito attorno al presidente Berlusconi» mentre in Calabria continua a sostenere che la corrente di Alfano (della quale lui è uno dei principali azionisti) ha i numeri necessari per far andare avanti il governo anche in caso di ritiro della fiducia da parte del Cavaliere.
In questo caos calmo, il più concreto è forse Ennio Morrone: «Il doppio documento? Io credo alla buonafede di Chiappetta. E poi a Roma sanno bene le posizioni di ognuno di noi…». Un po’ come dire: parlate pure, tanto poi le vere trattative si svolgono altrove. (0040)