CARAMBOLA | Operazione antidroga nel Cosentino, 19 arresti
COSENZA La droga scorreva a fiumi, sia a Cosenza che nella Sibaritide. E i carabinieri sono intervenuti per fermare le piazze dello spaccio, che si rivolgevano, in alcuni casi, anche a minorenni. Per…

COSENZA La droga scorreva a fiumi, sia a Cosenza che nella Sibaritide. E i carabinieri sono intervenuti per fermare le piazze dello spaccio, che si rivolgevano, in alcuni casi, anche a minorenni. Per questo motivo sono state eseguite 19 ordinanze di custodia cautelare, 11 in carcere ed otto ai domiciliari, contro i componenti di una banda di spacciatori di droga che agiva nel capoluogo e nel comprensorio della Sibaritide. Oltre agli arresti sono stati eseguiti anche tre provvedimenti di obbligo di dimora e due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
I destinatari delle misure cautelari sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, rapina a mano armata, estorsione, furto e ricettazione. È stata neutralizzata, di fatto, una fitta e capillare rete di spacciatori molto attiva e che traeva dalla sua attività ingenti guadagni. Le misure cautelari, emesse dal gip del Tribunale di Castrovillari nell`ambito di procedimenti avviati dalla soppressa Procura della Repubblica di Rossano, sono scaturite dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Rossano sulla morte per overdose di un giovane, nel mese di ottobre del 2011, e dalle attività investigative svolte sul tentato omicidio di Antonio Manzi e del figlio Francesco, avvenuto nel luglio del 2011. Le investigazioni hanno consentito di trarre in arresto, in flagranza di reato, otto persone e di sequestrare ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.
ANCHE DEI MINORENNI NELLA BANDA
Ci sarebbero stati anche dei minorenni tra i componenti la banda di spacciatori sgominata dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza con l`operazione, denominata “Carambola”, che ha portato all`arresto di 18 persone, una in meno rispetto alle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Castrovillari. Uno dei destinatari dei provvedimenti, infatti, risulta, al momento, irreperibile. Minorenni ci sarebbero stati anche tra i consumatori della droga che veniva spacciata dalla banda.
Il colonnello Giuseppe Brancati, comandante provinciale di Cosenza dei carabinieri, incontrando i giornalisti, ha detto che la banda di spacciatori “aveva in mano il mercato della droga a Cosenza e nella Sibaritide da almeno due anni, spacciando notevoli quantità di eroina, cocaina e hashish anche a una clientela giovane».
Nel corso delle indagini ci sono stati numerosi sequestri di droga, non ingentissimi ma tanti e prolungati nel tempo. Uno degli arrestati, Antonio Calarota, è il cognato del presunto boss di Rossano Nicola Acri. «Se anche non sono dimostrati legami diretti – ha detto il colonnello Brancati – sicuramente si tratta di un tipo di attività che non si può fare senza il benestare della criminalità organizzata».
Il nome scelto per l`operazione deriva da uno dei segnali convenzionali utilizzati dagli spacciatori durante i dialoghi telefonici. «`Carambola` – ha riferito l`ufficiale – perchè la stecca era uno dei termini che venivano utilizzati, ma non il solo. C`era chi diceva “porterò gli auguri”, ma ogni giorno ne inventavano una nuova». (0030)