LA CATTURA DEL NANO | Nino potrebbe già essere lontano dalla Calabria
REGGIO CALABRIA Potrebbe essere già stato trasferito fuori regione il pentito Nino Lo Giudice, arrestato oggi dopo più di cinque mesi di latitanza. Stando ad alcune indiscrezioni, espletate le forma…

REGGIO CALABRIA Potrebbe essere già stato trasferito fuori regione il pentito Nino Lo Giudice, arrestato oggi dopo più di cinque mesi di latitanza. Stando ad alcune indiscrezioni, espletate le formalità di rito, già in serata il Nano sarebbe stato allontanato da Reggio Calabria per evitare qualsiasi forma di possibile contatto o avvicinamento. Una misura di tutela che il procuratore capo della Dda, Federico Cafiero De Raho aveva già anticipato in mattinata, spiegando che “non appena individueremo la sede adeguata, Lo Giudice resterà in un circuito carcerario protetto, ma diverso da quello dei collaboratori di giustizia”.
Obiettivo primario è dunque per la Procura – che al termine di indagini serrate è riuscita a stringere il cerchio attorno al latitante, cui più di un Ufficio dava la caccia – è quello di evitare qualsiasi possibile fonte di inquinamento delle spiegazioni che il Nano oggi è tenuto a dare.
Da lui, i magistrati pretendono di conoscere non solo tutti i dettagli necessari per riempire i cinque mesi di silenzio – interrotti solo da due scottanti memoriali – trascorsi da quel pomeriggio del 3 giugno in cui si è allontanato dal sito protetto di Macerata. Oggi il Nano è tenuto a consegnare agli inquirenti la chiave necessaria per sciogliere le contraddizioni emerse tanto durante il suo controverso percorso di collaborazione – e dalle quali sembrava quasi aver cercato di fuggire nel giugno scorso – tanto dopo il suo allontanamento dal sito protetto, con contestuale marcia indietro su tutto quanto in precedenza dichiarato.
Un’attività che – ammesso che Lo Giudice si renda disponibile – promette di impegnare la Procura per lunghi mesi. Nel frattempo però, qualcosa il Nano potrebbe averla già chiarita. Già dalle prime ore del pomeriggio, il Nano è stato infatti ascoltato dal pool di magistrati di Reggio e Catanzaro che da mesi gli dava la caccia. Risolto il problema dell`assistenza giuridica del detenuto e trovato un legale non incompatibile, per circa quattro ore Lo Giudice è stato sottoposto al fuoco di fila delle domande del procuratore capo Federico Cafiero De Raho, dell’aggiunto Ottavio Sferlazza, e dei pm Giuseppe Lombardo, Giovanni Musarò e Antonio de Bernardo – tutti della Dda di Reggio –, del procuratore capo Vincenzo Lombardo e dell’aggiunto, Gerardo Dominijanni, dell’Ufficio di Catanzaro.
Un colloquio su cui vige per adesso il massimo riserbo, ma che potrebbe aver iniziato a chiarire alcune delle tante domande lasciate in sospeso dal Nano. Un colloquio che nelle speranze dei magistrati sarà solo il primo di una necessaria lunga serie di incontri, tutti necessari a chiarire una volta per tutte e senza margini di ambiguità gravi episodi e pagine tristi della storia di Reggio Calabria, una città per troppo tempo imbrigliata da corvi e veleni. (0020)