La protesta "divisa" davanti al Palazzo
REGGIO CALABRIA La lotta dei precari continua, ma tra le diverse sigle sindacali si registrano le prime frizioni. Anche oggi è una lunga giornata di protesta. La manifestazione in programma a Reggio…

REGGIO CALABRIA La lotta dei precari continua, ma tra le diverse sigle sindacali si registrano le prime frizioni. Anche oggi è una lunga giornata di protesta. La manifestazione in programma a Reggio, davanti alla sede del consiglio regionale, sembra però depotenziata. Presenti i lavoratori che fanno capo a Cisl e Uil, mentre il grosso di quelli della Cgil ha preferito disertare il sit in per partecipare ai blocchi previsti in mattinata a Lamezia Terme. Una scelta che rischia di spaccare il fronte sindacale e di rendere meno efficace l`azione a sostegno degli lsu-lpu.
Ufficialmente la Cgil è presente, ma accanto a Mimma Pacifici, segretario provinciale di Reggio-Locri, c`è solo uno sparuto gruppetto di lavoratori.
Tra i rappresentanti delle altre sigle la tensione è palpabile: «La Cgil ha dirottato due autobus interi a Lamezia, sono più di 100 persone. Siamo arrabbiatissimi. Doveva essere una battaglia all`insegna dell`unità», si sfoga un esponente della Uil. Il risultato di questo spacchettamento è un piccolo drappello di precari davanti a Palazzo Campanella, non più di un centinaio di persone.
La stessa Pacifici, però, prova a smorzare le polemiche: «Non c`è nessuna rottura – spiega -, ma solo tanta rabbia. Alcuni lavoratori hanno deciso di partecipare ai blocchi stradali e dell`aeroporto a Lamezia. La verità è che sono stanchi, dopo 17 anni vorrebbero risposte». Perché, al di là delle beghe sindacali, sul piatto rimane una vertenza che si trascina ormai da troppo tempo. La legge di stabilità – malgrado le polemiche politiche sulle presunte corsie preferenziali garantite agli lsu calabresi – non ha ancora sciolto i nodi circa il destino di questi lavoratori. «Pretendiamo un tavolo governativo urgente alla presenza dei sindacati», dice Stefano Princi, segretario provinciale di settore della Uil. Le idee sugli interventi da varare per risolvere l`impasse sono chiare: prepensionamenti e deroga al patto di stabilità dei Comuni, che attualmente impedisce la stabilizzazione dei precari. Emendamenti cassati dalla Finanziaria varata in prima lettura al Senato, ma che le sigle dei lavoratori vorrebbero fossero reintrodotti e approvati alla Camera.
«Chiediamo buonsenso ai parlamentari di destra e sinistra», continua Princi. Gli fa eco Mimmo Serranò, della Cisl, che sottolinea l`insostenibile situazione lavorativa dei 5.500 lsu-lpu. «Il futuro ci preoccupa – osserva -, servono interventi immediati. Ci sono Comuni che hanno le risorse ma non possono assumere, altri che hanno pesanti vuoti d`organico ma non hanno le risorse da destinare a questi dipendenti».
IN PIAZZA ANCHE I LAVORATORI DI CALABRIA IT
Assieme agli lsu-lpu, nel piazzale antistante Palazzo Campanella stazionano anche una cinquantina di dipendenti dell`Azienda “Calabria It”. Per loro, al termine della procedura di messa in mobilità, sembra aprirsi la strada del licenziamento, nonostante Fincalabra spa abbia ricevuto l`ordine di acquisire tutto il personale. I lavoratori e i sindacati, che parlano di «colpevole inadempienza» nell`applicazione del disposto normativo che prevede il trasferimento dei 131 dipendenti di Calabria It a Fincalabra, hanno indetto per oggi una giornata di protesta davanti al Consiglio regionale. Sollecitano un fattivo intervento da parte della politica e, in particolare, del presidente della giunta regionale, Giuseppe Scopelliti. «Anche il vertice di Fincalabra – è scritto in un comunicato della segreteria regionale della Fiba Cisl Calabria – ha dimostrato scarsa attenzione e volontà a dare attuazione a quanto previsto dalla Legge circa il riordino degli enti strumentali della Regione Calabria, se non a condizioni francamente inaccettabili ed all`interno di un Piano industriale sulla cui validità anche il dirigente generale del dipartimento Controlli della stessa Regione, con un atto ufficiale, ha
sollevato dubbi e perplessità». (0020)