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Scopelliti dà lezioni di giornalismo e antimafia

REGGIO CALABRIA Doveva essere un pomeriggio di euforia e gioia, la presentazione del Nuovo centrodestra, l’entusiasmo nei confronti del nuovo partito, la soddisfazione per le adesioni e i proclama pe…

Pubblicato il: 11/12/2013 – 17:42
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Scopelliti dà lezioni di giornalismo e antimafia

REGGIO CALABRIA Doveva essere un pomeriggio di euforia e gioia, la presentazione del Nuovo centrodestra, l’entusiasmo nei confronti del nuovo partito, la soddisfazione per le adesioni e i proclama per il futuro, sempre solido, della legislatura a trazione scopellitiana. L’aula Levato del consiglio regionale si è trasformata invece in un pulpito dal quale il governatore ha messo in evidenza la sua insofferenza verso la stampa, Rosy Bindi e il Pd nel suo complesso.
Il motivo è presto detto: a Scopelliti la due giorni reggina della commissione Antimafia non è proprio andata giù. Non gli è piaciuto il modus operandi tenuto dalla Bicamerale, né la lista degli “invitati” alle audizioni. Soprattutto, non ha digerito il modo in cui i giornali hanno raccontato quanto avvenuto all’interno del Palazzo della Prefettura. Sale sul piedistallo, il presidente della Regione, a spiegare agli operatori dell’informazioni quali sono «le vere notizie», quali sono «i titoli» giusti di apertura per i quotidiani. Si infervora, alza la voce, poi spara: «Voi riempite i giornali di cazzate».
Era iniziato in un altro modo, il pomeriggio. All’inizio della conferenza stampa, Scopelliti è gongolante. Annuncia la costituzione dell’Ndc e l’adesione di 15 consiglieri regionali. «Una pattuglia importante, una squadra coesa. Tutti hanno aderito liberamente. Siamo in sintonia malgrado qualcuno tenti di alzare polveroni. A noi interessa il progetto unitario del centrodestra», spiega.
Ma il dubbio da sciogliere riguardava soprattutto il futuro della Lista Scopelliti presidente. Scopelliti parla di «patto federativo» con la compagine che porta il suo nome e l’Ncd. La novità è che la Lista Scopelliti correrà da sola alle prossime elezioni europee. E, ovviamente, manterrà le sue insegne anche in Consiglio, ma con quattro consiglieri in meno rispetto ai sei attuali. Grillo, Crinò, Minasi e Imbalzano hanno infatti abbracciato il progetto portato avanti da Angelino Alfano. Le intenzioni sono queste, ma non è ancora chiaro se quella dei nuovi arrivati è un’adesione formale o soltanto ideale. Di fatto, il gruppo ufficialmente rimane così com’è.
Accanto al governatore c’è Alfonso Grillo, il capogruppo della “Scopelliti presidente”. È lui a tentare di fare un po’ di chiarezza: «Manteniamo il gruppo autonomo, anche dal punto della collocazione strategicamente per il nuovo anno».  «Il nostro riferimento – aggiunge – non è più Forza Italia». Il simbolo avrà infatti una nuova dicitura: “Verso il nuovo centrodestra”.
Insomma, una sorta di apparentamento con l’Ncd che garantisce gli attuali assetti in consiglio regionale senza precludere la possibilità di racimolare voti esterni ai due poli alle prossime consultazioni.

MIRABELLI SALTA IL FOSSO
Ma tra gli “alfaniani” c’è una new entry clamorosa, Rosario Mirabelli, ex componente del gruppo Misto. Il suo passaggio tra le fila dell’Ndc sorprende tutti. Lui prova a spiegarlo: «La mia è un’adesione fatta con pieno convincimento, dopo un’attenta riflessione sulla politica italiana e calabrese. In un momento così importante non si può rimanere al guado. Per la mia storia non potevo fare altro che aderire a questo partito, rispetto a quello personalistico di Forza Italia. Ho rotto l’isolamento perché in quella condizione non è possibile incidere per il cambiamento. Ho sentito di stare al fianco di Scopelliti in questa opera di riformismo».
Lontano dai microfoni, però, Mirabelli assicura: «La “sonata” non cambierà, continuerò a fare le mie battaglie in Consiglio così come sempre».
«Mirabelli – commenta Scopelliti – oggi aderisce ufficialmente, ma idealmente lo aveva già fatto qualche giorno dopo le ultime elezioni regionali. Ha un trascorso che viene da An e il suo cuore è molto vicino al presidente (cioè a lui, ndr). In questi anni ha fatto opposizione, però sempre con grande lealtà. Adesso sposa il progetto dell’Ncd, che rappresenta una novità nel panorama della politica italiana. La maggioranza si rafforza».
Per Scopelliti non esisteranno dunque problemi all’interno della sua maggioranza, dove Fi ha un peso determinante. Quanto al rimpasto della giunta, il governatore lo esclude. Trova anzi il tempo per ironizzare: «L’assessore al Bilancio, Mancini, è di Forza Italia. In caso di rimpasto dovremmo essere noi a chiedere un cambio». Il governatore si dice pronto al confronto, «ma non credo che ai calabresi interessi molto se Chiappetta farà l’assessore o se Grillo subentrerà a Orsomarso». Quanto ai possibili “ricatti” politici da parte degli esponenti berlusconiani, Scopelliti taglia corto: «Nessuno può ricattarmi né penso che qualcuno abbia intenzione di farlo. Tra noi e i colleghi di Forza Italia c’è sintonia».
Ma è pur vero, con le elezioni amministrative reggine alle porte, che servirà una sintesi tra scopellitiani e raffiani per la scelta del candidato sindaco. «Ci confronteremo e metteremo uomini con la spina dorsale e gli attributi, in grado di affrontare la sfida della città. Chi ha esultato per lo scioglimento oggi vede in quale stato si è ridotta la città. Sarà un dibattito interno e verificheremo la soluzione migliore».

ATTACCO ALLA STAMPA
Fin qui le news politiche. Poi Scopelliti comincia a lanciare dardi contro la stampa. Tutto parte dalle considerazioni sulla riunione della commissione Antimafia a Reggio e sulle affermazioni di Rosy Bindi, che ha accusato il governatore di non conoscere i veri mali della sua terra. «Conosco bene la Calabria – attacca –. Difendo i calabresi e denuncio una passerella vergognosa, dove è stato invitato un prete (il riferimento è a Giovanni Ladiana di Reggio non tace, ndr) che aveva insultato la memoria del giudice Scopelliti». Sua figlia, la deputata Rosanna «si è alzata disgustata e ha lasciato la commissione». «Qualcuno deve spiegarci – continua il governatore – perché alcune associazioni sono state invitate e altre no».
Poi il j’accuse nei confronti di un «personaggio», audito dalla Bicamerale, che compare «in tre pagine della relazione della commissione d’accesso di Reggio». Secondo Scopelliti, è «inquietante» che i giornali, anziché mettere in risalto questo aspetto, abbiamo deciso di titolare, tutti, sulle parole della Bindi. «Vedete tutte queste cose e non le mettete in risalto», dice – quasi fuori di sé – rivolto ai giornalisti. «La notizia non è che Scopelliti non conosce la Calabria, perché io la conosco molto meglio della Bindi, che deve spiegare chi le ha suggerito le persone da invitare in commissione».
Se anche un soggetto sospettato di avere «rapporti» con la ‘ndrangheta viene accolto dall’Antimafia – è il ragionamento – vuol dire «che la relazione (della commissione d’accesso, ndr) è carta straccia. Vuol dire che Scopelliti e Arena hanno ragione. Bisogna raccontarle queste cose, non è più possibile tacere».
«Voi riempite le pagine di giornale di cazzate – affonda il colpo –, e oggi non c’è nemmeno la Girasole (il sindaco di Isola Capo Rizzuto finito agli arresti per i suoi presunti contatti con la cosca Arena, ndr) sul palchetto antimafia».
E c’è anche spazio per l’elogio dell’ex primo cittadino di Reggio, finito anche lui nel mirino della Bindi («è inaccettabile che un sindaco sciolto per mafia diventi assessore regionale»): «Messi tutti insieme, quelli di sinistra e del Pd non fanno Arena, nemmeno lontanamente. Per me è una persona più che perbene».   
Un ordinario pomeriggio da travaso di bile. (0020)

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