Nino Lo Giudice sceglie il silenzio
REGGIO CALABRIA Ha deciso di rimanere con la bocca cucita Nino Lo Giudice, l`ex collaboratore riacciuffato il 15 novembre scorso dopo oltre cinque mesi di latitanza. «Presidente io ho un problema con…

REGGIO CALABRIA Ha deciso di rimanere con la bocca cucita Nino Lo Giudice, l`ex collaboratore riacciuffato il 15 novembre scorso dopo oltre cinque mesi di latitanza. «Presidente io ho un problema con l’avvocato, non ho ancora un avvocato di fiducia. Non so perché i miei familiari non hanno ancora provveduto, non mi hanno fatto sapere niente», ha detto Lo Giudice alla presidente Silvia Capone, appena interpellato. Assistito fino a qualche settimana fa dall`avvocato Gianluca Maria Rossi del foro di Napoli, il Nano è rimasto privo di legale in seguito alla rinuncia del difensore. Per lui, il Tribunale aveva provveduto a contattare un avvocato d`ufficio, ma la scelta non deve aver convinto fino in fondo l`ex pentito. Dopo un breve colloquio telefonico con l`avvocato Misefari, Nino Lo Giudice ha affermato di volersi avvalere della facoltà di non rispondere.
Un silenzio che gli avvocati hanno chiesto di colmare con l`acquisizione dei verbali di interrogatorio del 15 e del 19 novembre scorso – avvenuti dopo la cattura – e del secondo memoriale, inviato da Lo Giudice durante la sua latitanza. Un documento che – stando a quanto dichiarato dal Nano di fronte ai magistrati che per cinque mesi lo hanno braccato – avrebbe scritto di suo pugno.
Tutte istanze che hanno visto l`opposizione del pm Beatrice Ronchi, ma cui il Collegio ha deciso di rispondere, dopo una lunga camera di consiglio, con un`articolata ordinanza che subordina l`acquisizione di quei verbali – e in particolare di quello più corposo del 15 novembre – all`escussione del figlio del Nano, Giuseppe Lo Giudice. Una procedura possibile anche in assenza di accordo tra le parti qualora risulti che il «dichiarante è stato sottoposto a violenze, minacce o subornato», ha scandito in aula la presidente, leggendo un passaggio della propria ordinanza. «Dalla lettura dei verbali oggi esibiti dalle difese – ha continuato – si rileva che i familiari di Lo Giudice Antonino sono a conoscenza di gravi minacce loro rappresentate dal loro congiunto a lui pervenute durante il periodo in cui era sottoposto al programma di protezione». Dunque il Tribunale ha disposto l`esame del figlio del Nano per verificare l`esistenza dei presupposti di utilizzabilità delle dichiarazioni rilasciate all`indomani della sua cattura.
Discorso diverso per il secondo memoriale, già transitato agli atti del processo ma – al pari del primo – come mero fatto storico.