Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 1:11
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

"Epilogo", il pg: «Confermare le condanne»

REGGIO CALABRIA Conferma piena di tutte le condanne: è quanto ha chiesto il pg Adornato al termine di una requisitoria di oltre tre ore, durante la quale ha chiesto alla Corte di respingere le istanz…

Pubblicato il: 19/12/2013 – 0:21
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
"Epilogo", il pg: «Confermare le condanne»

REGGIO CALABRIA Conferma piena di tutte le condanne: è quanto ha chiesto il pg Adornato al termine di una requisitoria di oltre tre ore, durante la quale ha chiesto alla Corte di respingere le istanze di appello presentate dal folto collegio difensivo dei quattordici imputati, perché prive di fondamento. Di fronte ad intercettazioni così cristalline e dal significato così univoco e chiaro – ha sottolineato il pg – qualsiasi eccezione che mette in discussione la credibilità dei collaboratori passa in secondo piano, perché paradossalmente sono le conversazioni intercettate a fare da riscontro alle parole dei pentiti.
Tutte prove che in primo grado avevano portato solo a due assoluzioni – Salvatore Scopelliti e Maria Teresa Adamo – mentre pene per oltre cento anni di carcere erano andate agli altri dodici imputati, cui – nonostante il rito abbreviato – erano state inflitte condanne durissime.
La pena più alta è stata comminata a Francesco Russo, classe 1973, condannato a 12 anni di reclusione; 11 anni e 8 mesi sono stati inflitti ad Antonino Barbaro, 10 anni e 8 mesi per Francesco Russo, classe 1963, 10 anni e 4 mesi per Ivan Valentino Nava, 9 anni e 8 mesi per Nicola Pitasi, 8 anni e 8 mesi ciascuno per Domenico Daniele Caccamo, Francesco Sgrò e Antonino Pirrello, 8 anni ciascuno per Giovanni Morabito, Sebastiano Pitasi e Domenico Russo, mentre 4 erano andati a Felice Lavena.
Una sentenza che nel luglio 2012 aveva scatenato l`ira dei parenti – tantissimi – che si erano presentati nel piazzale del Cedir, accorsi in sostegno dei propri congiunti con bambini al seguito, ma anche degli imputati stessi che, dall`interno delle gabbie, avevano duramente contestato la decisione del gup Cotroneo, gridando: «Non abbiamo ammazzato nessuno».
Decisamente più composti hanno ascoltato oggi le richieste di conferma del pg, in attesa degli interventi difensivi che inizieranno il prossimo 19 febbraio.  Toccherà dunque agli avvocati tentare di smontare l’impianto accusatorio costruito dal pm Giuseppe Lombardo e arrivato indenne in appello, che ha svelato chi fossero le nuove leve del clan Serraino. Una “monarchia ereditaria”, che di padre in figlio ha perpetuato il potere del “clan della Montagna”, oggi come ieri in grado di imporre il proprio marchio di fabbrica su estorsioni, danneggiamenti e minacce che hanno coinvolto anche il giornalista Nino Monteleone, “reo” di aver scritto sul proprio blog articoli sgraditi al clan. Attività che il “banco nuovo” del clan ha portato avanti fino a quando per tutti loro non sono scattate le manette. (0040)

Argomenti
Categorie collegate

x

x