Acqua pubblica, arriva la mobilitazione
CATANZARO «Nonostante il referendum del 2011 “2 sì per l’Acqua Bene Comune” (27milioni di voti, 800mila dalla Calabria), ancora si cerca in tutti i modi di non rispettare la volontà popolare». Questa…

CATANZARO «Nonostante il referendum del 2011 “2 sì per l’Acqua Bene Comune” (27milioni di voti, 800mila dalla Calabria), ancora si cerca in tutti i modi di non rispettare la volontà popolare». Questa la posizione del coordinamento calabrese acqua pubblica “Bruno Arcuri” che per far rispettare quella volontà popolare «tradita» annuncia per domani, 21 dicembre, una mobilitazione in tutta la Calabria. Un`iniziativa – che sta coinvolgendo centinaia di associazioni non solo ambientaliste in giro per la nostra regione – che mira soprattutto a far sì che il consiglio regionale discuta ed approvi al più presto la proposta di legge d`iniziativa popolare sul tema.
Questo, secondo i promotori dell`azione di forza, per contrastare gli incrementi tariffari contrari anche all`esito referendario visto che «la Sorical SpA sta inviando a tutti i Comuni calabresi la “letterina di Natale” comunicando alle amministrazioni che le tariffe idriche verranno incrementate di diversi punti percentuale (il Comune di Gioiosa Ionica, per esempio, avrà un aumento del 13%)». Proprio per questo la “Bruno Arcuri” ha presentato lo scorso 8 luglio «con 11mila adesioni, una proposta di legge regionale d’iniziativa popolare per far rispettare l’esito referendario in Calabria».
Una proposta che prevede che «la gestione del servizio idrico integrato deve essere sottratta al principio della libera concorrenza, e realizzata senza finalità lucrative» e che «ciò non può accadere se non tramite l’affidamento diretto ad un’Azienda Speciale di diritto pubblico» e tramite «grande partecipazione dei cittadini e dei lavoratori del servizio idrico nella pianificazione, programmazione, gestione e controllo di quest’azienda». Inoltre in quella proposta la “Bruno Arcuri” ha chiesto che «in ogni caso deve essere garantita a chiunque la fornitura del quantitativo minimo vitale, individuato in 50 litri a persona».
Ebbene nonostante «lo statuto regionale – denunciano gli attivisti del movimento – prevede che la proposta si discuta entro 3 mesi dalla presentazione, ma ancora non è successo niente». Da qui la mobilitazione che si svolgerà con presidi e banchetti in decine di comuni calabresi. «L’intento è unico – avvertono –: se non otterremo, a breve, risposte adeguate, alla ripresa dei lavori del consiglio regionale metteremo in atto adeguate iniziative di protesta». (0090)