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CAOS RIFIUTI | Occhiuto contro tutti: «Regione superficiale e collusa»

COSENZA Uno contro tutti. Il sindaco di Cosenza, assediato dai rifiuti come l’intera città, attacca e spara ad alzo zero verso i molti protagonisti di questa emergenza. Contro la Regione, per esempio…

Pubblicato il: 22/02/2014 – 16:40
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CAOS RIFIUTI | Occhiuto contro tutti: «Regione superficiale e collusa»

COSENZA Uno contro tutti. Il sindaco di Cosenza, assediato dai rifiuti come l’intera città, attacca e spara ad alzo zero verso i molti protagonisti di questa emergenza. Contro la Regione, per esempio, «superficiale e collusa», la classe politica, «incapace di una guida progettuale», i soggetti gestori della raccolta, «che pensano solo a fare business». Ma anche contro il movimento dei cittadini della Presila, mobilitati per la difesa del territorio, «perché anche lì a Celico hanno fatto una discarica dove conferiscono i rifiuti quaranta comuni e non si capisce perché solo Cosenza non dovrebbe farlo». A margine dello sfogo di Occhiuto ci sono parole taglienti pure per la vicina Rende, che «accumula spazzatura nei capannoni e non fa una vera differenziata».  
Lo scopo della conferenza stampa convocata dal primo cittadino è quello di spiegare ai cosentini che lui non ha responsabilità circa le condizioni di degrado in cui si trova la città. «I Comuni non hanno poteri su come liberarsi dei rifiuti, ci dobbiamo attenere alle indicazioni della Regione». E dal governo regionale prima è giunta la disposizione di portare i rifiuti a Celico, dove «ci hanno rimandato indietro», poi di rivolgersi a Calabria Maceri, che però, «li ha respinti perché ancora non erano pronti a riceverli». Risultato: i cosentini ancora non sanno quanto durerà questa situazione, che potrebbe indurre il sindaco a «chiudere le scuole».
Per Occhiuto comunque l’origine di questo disastro sta nei molti anni di incapacità regionale, nell’avere la classe politica privilegiato gli affari delle società che gestiscono la raccolta e in molti casi anche le discariche, «mettendo in atto affari speculativi». Queste aziende spesso, accusa Occhiuto, convincono i Comuni del territorio ad aprire luoghi di compostaggio, che però alla prima emergenza vengono lucrosamente trasformati in discariche. «I privati prendono quasi ottanta euro a tonnellata, contro i cinquanta del pubblico», spiega il sindaco per dare una misura del business. «L’80 per cento del mio tempo è dedicato ad affrontare questo problema», giura Occhiuto che aggiunge di non poter fare altro, «se non dimettermi».
Ovviamente è una provocazione, anche perché il sindaco rivendica con forza i dichiarati risultati della differenziata: «Siamo al quaranta per cento e non tutta la città è stata ancora toccata dal tipo di raccolta». Una differenziata che Occhiuto ci tiene a definire di qualità, perché realizzata nel solo modo in cui si fa davvero, quella porta a porta. Insomma secondo Occhiuto Cosenza paga oggi una gestione maldestra, superficiale, caratterizzata «da una cultura mafiosa», per la quale i soggetti gestori sono gli stessi che raccolgono e aprono discariche, senza avere alcun interesse a una reale politica dei rifiuti differenziati.
Un conflitto di interessi contro cui la politica regionale non si è opposta, anzi verso cui è stata connivente, «finanziando con denaro pubblico l’apertura di spazi per il compostaggio, realizzati in attesa delle immancabili emergenze, in conseguenza delle quali disinvoltamente si trasformano in discariche». L’accusa di Occhiuto è chiara: i gestori hanno interesse nel verificarsi delle emergenze, perché è nel corso di queste crisi che si fanno i massimi profitti.
Allo stato delle cose l’emergenza non pare vedere la fine. Dalla Regione, che per legge deve indicare il luogo di conferimento dei rifiuti non differenziati, è giunta prima la decisione di portare tutto nella discarica di Celico, presidiata dai cittadini. Poi invece l’ordine di andare a Rende, dove Calabria Maceri però ha preso tempo respingendo i camion. «Se fosse prevalsa la politica della differenziata, nel giro di poco meno di due anni la Calabria avrebbe drasticamente ridotto la quantità di rifiuti prodotti e non riciclati». Comunque sia oggi siamo all’ennesima emergenza e all’ultima resa dei conti tra il Comune e la Regione. (0020)

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